«È bene che lo Stato protegga i risparmiatori, ma non chi ha ingannato e tradito i risparmiatori. Per questo è necessario introdurre strumenti di maggior controllo e vigilanza e lavorare affinché la crisi finanziaria non diventi crisi economica, perché questo metterebbe in gravi difficoltà le piccole imprese e le famiglie». Lo ha detto il segretario provinciale della Cisl Francesco Falcone aprendo oggi il consiglio generale, il “parlamentino interno” che la Cisl modenese ha dedicato a un’analisi dell’attuale situazione socio-economica e politico-sindacale.

«In questo contesto di fragilità economica e finanziaria si moltiplicano i rischi di ulteriore radicamento della criminalità organizzata nella nostra provincia – ha detto Falcone – Le infiltrazioni mafiose, già denunciate, rischiano di minare la nostra economia e indebolire il nostro tessuto sociale con gravissime ripercussioni sull’economia reale, sulla sicurezza del lavoro, sull’economia familiare».

Il segretario Cisl ha poi sottolineato che, a seguito della flessione del mercato immobiliare e del calo dei consumi, stanno soffrendo l’edilizia e l’industria alimentare modenesi. Quanto alla ceramica, vive ormai da tempo una fase di contrazione che incide negativamente sui livelli occupazionali e che potrebbe accentuarsi ulteriormente nei prossimi mesi.

«Si mantiene il settore meccanico, mentre il tessile-abbigliamento si conferma stabile. Desta forti preoccupazioni il biomedicale – ha aggiunto Falcone – per i suoi processi riorganizzativi, ma anche per la presenza di multinazionali che operano delocalizzazioni forzate. Tra l’altro il settore soffre anche a causa dei ritardi nei pagamenti delle aziende sanitarie e ospedaliere».

Infine il segretario Cisl ha rivelato che nel 2008 la cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria, è in aumento rispetto al 2007. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, sono già stati raggiunti i valori registrati nell’intero 2007. Al consiglio generale della Cisl modenese è intervenuto anche il segretario confederale della Cisl nazionale Paolo Mezzio.

«Cgil-cisl-Uil hanno fatto bene a confermare lo sciopero generale della scuola, proclamato per domani – giovedì 30 ottobre – perché sulla scuola si misura il livello di civiltà e il futuro di un Paese. La scuola – ha spiegato – non può essere considerata solo un costo, anche se qualcosa da rivedere c’è senz’altro. Tuttavia non si può definire riforma un provvedimento che si basa solo su tagli di bilancio, anziché su una proposta pedagogica e formativa».

Quanto alle divergenze con la Cgil, Mezzio ha ricordato che nei grandi momenti storici dell’Italia i due sindacati hanno sempre registrato divisioni.

«Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Noi della Cisl restiamo aggrappati ai tavoli di trattativa perché abbiamo la responsabilità di rappresentare e tutelare gli interessi dei lavoratori e pensionati. Alla Cgil dico che è necessario compiere delle scelte coraggiose perché sta avvenendo un cambiamento epocale e non possiamo stare sotto una campana di vetro. In questi momenti, più che il merito delle questioni, prevale forse la visione diversa che Cisl e Cgil hanno della società e del sindacato».

Rispetto alla crisi finanziaria, il segretario confederale Cisl ha affermato che è giusto soccorrere banche e imprese, ma il governo deve pensare anche alle famiglie, specialmente ai quindici milioni di italiani che vivono a cavallo della soglia di povertà. Infine, sulla trattativa con Confindustria per la riforma della contrattazione, Mezzio ha auspicato un riavvicinamento della Cgil alle posizioni di Cisl e Uil perché «non dobbiamo fare la lotta di classe, ma sopperire all’incapacità della politica di fare sintesi».