Ha un nome un po’ bizzarro la nuova rivista letteraria tutta emiliana “L’Accalappiacani”, nata a Reggio Emilia, che sarà presentata, in occasione della sua seconda uscita, dalla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia alla città.

Dal nome si evince il punto di vista di un interlocutore umile quale un “cane, acritico e apolitico, senza la visione d’insieme e il senso del vero e del falso e della memoria”, come afferma uno degli scrittori di “L’Accalappiacani”, supportato da uno stile di scrittura quasi parlato che risente di una tradizione ormai consolidata che da Celati arriva per varie vie – fra cui anche un’altra rivista importante modenese come “Il Semplice” – a scrittori oggi affermati come Cornia o Nori e tanti altri più giovani scrittori emiliani.

Una novità assoluta nel mondo delle riviste letterarie che nasce dalla volontà di scrittori quali Carlo Bordone, Paolo Colagrande, Ugo Cornia, Gianfranco Mammi che, oltre ad essere scrittore, è anche bibliotecario presso l’Ateneo modenese reggiano, e Paolo Nori. Gli incontri degli scrittori, che si trovano periodicamente al cinema Arci Cristallo di Reggio Emilia per leggere ad alta voce e discutere i racconti, le poesie e gli articoli ricevuti, richiamano il mondo e le riunioni dei gruppi dell’avanguardia storica, così come il loro stile, pieno di movimenti e toni insoliti, spesso stralunati e irriverenti, rifuggendo da certa retorica di maniera come la rifuggivano Chlebnikov, Charm e Thomas Bernhard.

L’appuntamento, che rientra negli incontri di Letteratura italiana contemporanea del Corso di laurea in Lingue e Culture Europee ed è rivolto a tutti gli interessati, si terrà questo pomeriggio (giovedì 30 ottobre) alle ore 17.30 presso il Cinema Astra (via Rismondo, 27) a Modena e sarà introdotto dal Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia prof. Claudio Baraldi e dal prof. Franco Nasi.

Volevo dar vita a una rivista scalcinata, non glamour. Non una rivista istituzionale, – afferma lo scrittore Paolo Nori – ma una cosa terra terra, per far girare il cervello. Una letteratura spontanea, ‘involontaria’. Pubblichiamo lettere ai giornali, frammenti di manuali di istruzioni, pezzi brevi, anonimi, surreali, in bilico tra il comico e il tragico. Da leggere ad alta voce, come fanno ogni mese redattori ed aspiranti tali al cinema Arci Cristallo di Reggio Emilia. È lì che nasce la rivista: si legge, si discute e se il pezzo piace, finisce nel numero successivo. Ne esce una rivista, a nostro avviso, stimolante, originale, dal tono parlato che rischia di diventare maniera. Ma è un rischio che si corre volentieri”.