«È positivo il calo dell’inflazione registrato a Modena in dicembre, ma qualcuno deve spiegare perché Modena resta una delle città più care d’Italia e unire gli sforzi per invertire questa tendenza». Lo afferma Domenico Pacchioni, componente della segreteria provinciale della Cisl, commentando l’andamento dei prezzi al consumo rilevati a Modena nello scorso mese.

«In dicembre il tasso tendenziale è sceso al 2,8 per cento, ma con il 3,5 per cento di tasso medio annuo Modena risulta la città con l’inflazione più alta rispetto non solo al dato nazionale (di poco sopra al 3 per cento), ma anche a tutti i capoluoghi di regione – rileva Pacchioni – Anche Bologna dovrebbe chiudere il 2008 con un’inflazione annua più bassa di quasi mezzo punto rispetto a Modena. Si badi bene, questa non è un eccezione, ma una tendenza in atto da anni e che ancora non si è riusciti a spezzare».

Pacchioni ammette che il monitoraggio dei prezzi a livello locale è senz’altro utile, anche se non ha impedito rincari anomali e speculazioni, come l’aumento del prezzo della pasta, cresciuto del 20 per cento in un anno. Tra le misure che si possono prendere a tutela del reddito delle famiglie il sindacalista Cisl cita la tariffa sociale sulle utenze domestiche.

«La tariffa sociale sull’acqua a livello provinciale è stata concordata con Ato quattro anni fa, la tariffa sociale sull’energia elettrica, decisa dal governo due anni fa, è appena entrata in vigore, mentre sta per concludersi positivamente la discussione, sempre con il governo, che riguarda l’introduzione della tariffa sociale sul gas. Ora – prosegue Pacchioni – si tratta di introdurre la tariffa sociale anche sui rifiuti solidi urbani; una misura sulla quale i Comuni hanno la piena titolarità e un notevole potere contrattuale con le multiutilities (Hera e Aimag). Chiediamo, pertanto, ai sindaci di dare un forte segnale politico in questa direzione, non solo per contenere l’inflazione, ma anche – conclude il segretario Cisl – per dimostrare attenzione ai cittadini e sostegno alle famiglie in questa crisi economica che sta diventando drammatica, come conferma anche la vicenda Iris Ceramiche».