Si è conclusa con la dichiarazione dello sciopero ad oltranza l’assemblea che i sindacati hanno tenuto questa mattina al Teatro Astoria di Fiorano con gli operai di Iris Ceramica Spa coinvolti dalle procedure di mobilità che interessano 750 persone. Da oggi lavoratori e sindacati terranno presidi davanti ai cancelli di tutte le aziende riconducibili a Romano Minozzi, comprese Ariostea a Graniti Fiandre.

In un Teatro gremito i sindacati hanno illustrato ai lavoratori Iris la situazione dell’azienda, è confermata la messa in liquidazione e con essa la dichiarazione di mobilità per 750 persone, ovvero il loro licenziamento. Secondo quanto riferito dai sindacalisti l’azienda avrebbe chiesto la disponibilità di una cinquantina di lavoratori a tornare in attività per garantire l’atomizzato ad altri stabilimenti e la prosecuzione delle procedure che porteranno poi alla liquidazione della società, proposta respinta dai lavoratori.

Intanto prosegue la cassa integrazione straordinaria per 250 dipendenti, gli altri saranno messi in ferie o recupereranno permessi, al termine saranno messi in ferie retribuite dall’azienda. La proposta dei sindacati all’azienda prevede il ritiro della messa in liquidazione, processo difficile ma dal punto di vista strettamente legale non impossibile, con il successivo assorbimento dell’azienda Iris Ceramica in Graniti Fiandre; prospettiva respinta dalla proprietà che nei giorni scorsi ha anche minacciato di non sedersi al tavolo delle trattative con i sindacati a causa della presenza di delegati di Graniti Fiandre tra i sindacalisti. “Minozzi non può illudersi che nel resto delle sue aziende la situazione rimarrà tranquilla” ha tuonato dal palco Enzo Tagliaferri della Cisl.

Esauriti gli interventi dal palco è stata data la parola agli operai che hanno posto diverse domande, sia sullo stato delle trattative sia, soprattutto, sulle azioni di lotta da mettere in campo, alcuni interventi hanno anche criticato l’azione del sindacati ritenuta troppo morbida nei mesi scorsi, secondo alcuni operai infatti erano già chiare le intenzioni di Minozzi: la ristrutturazione con probabile cessione dell’azienda.

Al termine dell’assemblea sindacati e lavoratori si sono spostati davanti ai cancelli delle aziende di proprietà di Romano Minozzi, compresa anche la villa di Sassuolo che ha eletto a suo quartier generale, per iniziare picchetti nell’ambito dello sciopero ad oltranza deciso dall’assemblea. Lo scopo delle manifestazioni è il blocco delle merci in uscita dagli stabilimenti per paralizzare lì’attività delle aziende ed ottenere il ritiro della messa in liquidazione di Iris Ceramica Spa. Significativa la frase pronunciata da un lavoratore in platea: “dobbiamo trovare le soluzioni peggiori per l’azienda, potremmo anche bloccare la tangenziale davanti alla villa di Minozzi a Sassuolo”.

Durante l’assemblea alcuni lavoratori hanno fatto presente che da tempo si vocifera di un procedura di vendita in corso, magari attraverso lo spezzatino che prevede la cessione delle parti più appetibili dell’azienda. Ai quesiti in merito ha dato risposta Manuela Gozzi della Cgil: “che la venda o non la venda poco importa: Minozzi non può vendere l’azienda senza i dipendenti. C’è anche un articolo del codice civile che ci garantisce e che prevede che 25 giorni prima che la cessione sia operativa chi vende e chi compra devono convocare le parti per illustrare le loro intenzioni”.