L’esperienza del Photored prima fece apparire Modena come la capitale delle infrazioni. Poi, scoperto dal Codacons che quello strumento non era stato debitamente omologato, il sindaco Pighi, anziché restituire i soldi ai multati (circa 25.000 cittadini) disse: «una volta incassati, i soldi, non si possono restituire».

Avevamo chiesto alcuni mesi prima al suo predecessore, Barbolini, di sospenderne il funzionamento in attesa di fare chiarezza sull’omologazione. Allora si trattava dei Photored. Egli ci rispose che non ci pensava neanche, era tutto regolare.
Oggi ci risiamo, stesso incubo. Noi a dire «sospendiamo l’uso dei T-Red in attesa che le varie indagini in corso si concludano, poi, in base alle risultanze, si prenderanno le decisioni del caso». E loro, l’amministrazione comunale, a ribadire un secco no.
Dicono di no pur sapendo che la Polizia Municipale di Modena quando si presenta davanti ai Giudici di Pace di Modena, per resistere ai ricorsi dei cittadini per le multe con il T-Red, allega un documento di regolarità firmato dallo stesso ingegnere sottoposto in queste ore agli arresti. Quindi è certo che si parla degli stessi strumenti.
E noi allora insistiamo con la richiesta di sospendere l’uso dei T-Red, perché questa volta non finirà come la volta precedente: qualcuno dovrà rispondere degli errori commessi.
Il comandante della Polizia Municipale il 30 giugno 2007 dichiarava ai giornali: «Hera si è offerta per la manutenzione dei T-Red. Così il Comune risparmia sui collegamenti tra T-Red e semafori, comunque garantendo apparecchi efficienti». E ancora: «gli apparecchi sono omologati e non tarati». Perché non dire ai cittadini che l’omologazione a cui si riferisce è un documento che ha controllato personalmente, per il quale, se necessario, sarà pronto a risponderne personalmente? O, come l’altra volta, non si è accorto che l’omologazione non era quella necessaria per quel determinato uso?
Invitiamo tutti i cittadini che ritengono di essere stati multati ingiustamente di non mandare giù il rospo e di fare ricorso.

v. Presidente Regionale Codacons
(Fabio Galli)