“Anche gli Enti locali e le fondazioni bancarie devono intervenire finanziariamente per migliorare le condizioni strutturali di lavoro degli Agenti della Polizia Penitenziaria e di sicurezza all’interno di carcere di Modena”. E’ questo l’appello lanciato questa mattina dall’Onorevole Avvocato Isabella Bertolini, del direttivo del PDL alla Camera nonché Coordinatore provinciale del PDL di Modena, nel corso della visita ufficiale al carcere di Modena alla presenza del Presidente della commissione giustizia del Senato Senatore Filippo Berselli.


“Il rapporto tra numero di detenuti e agenti di Polizia penitenziaria – ha affermato l’Onorevole Bertolini nel corso di un incontro con le autorità organizzato all’interno del carcere dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe – fa della realtà modenese la peggiore d’Italia. Esiste poi un’emergenza nell’emergenza, che a Modena raggiunge picchi da record, legata al fatto che il 75% dei detenuti sono extracomunitari. Porterò sul tavolo del governo il problema relativo al necessario potenziamento degli organici ed il tema drammatico della presenza abnorme di extracomunitari. Chiedo però anche l’impegno concreto degli enti locali un contributo tangibile. Le fondazioni bancarie, che a Modena svolgono da anni un ruolo fondamentale nel finanziamento di importanti progetti per la collettività, potrebbero svolgere un ruolo determinante. Penso all’impianto di videosorveglianza del carcere, attualmente inadeguato che potrebbe essere potenziato e completato, così come al potenziamento della dotazione tecnologica, strumentale ed strutturale per migliorare le condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria e la qualità della vita dei detenuti. Fino ad ora l’impegno degli enti locali in questo senso è stato inesistente. E’ tempo che ognuno faccia la propria parte”.

Condivido la posizione del Procuratore Zincani, che fa appello anche alle amministrazioni locali: il carcere è patrimonio della città e della provincia, che devono essere chiamate in causa per risolvere i disagi manifestati da diversi mesi ormai – scrive Avv. Luca Ghelfi PDL -.
Non è possibile pensare che le soluzioni vengano calate dall’alto: le lamentele sono inutili. Meglio sarebbe riflettere su un piano condiviso dagli enti locali di edilizia carceraria, perché non ci sono solo parcheggi, centri direzionali o piazze da restaurare, e soprattutto per evitare di risolvere questo problema con un altro indulto o un’amnistia.
Come giustamente ricorda lo stesso Zincani, la detenzione non deve essere annullamento della dignità personale. E il lavoro delle guardie carcerarie non deve essere una pena detentiva.