Domani, domenica 10 maggio, alle ore 11, avrà inizio il ciclo di appuntamenti intitolato “Fiorano incontra gli Autori”, organizzato dal Comitato Fiorano in Festa e Lapam Federimpresa, in collaborazione con l’amministrazione comunale. Si terrà presso il Teatro Astoria di Fiorano in occasione del Maggio Fioranese.

Ad aprire la serie sarà Mario Melazzini, direttore dell’Unità operativa Complessa di Day Hospital Oncologico dell’Istituto Scientifico di Pavia, della Fondazione Maugeri Irccs e Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Pavia. Da oltre cinque anni è affetto da Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica) ed è Presidente nazionale Aisla (Associazione italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica). In questa occasione presenta il libro “Ma che cosa ho di diverso? Conversazioni sul dolore, la malattia e la vita”, a cura di Marco Burini (San Paolo Edizioni).
L’incontro avrà luogo in collaborazione con l’Associazione di Volontari “Amici per la Vita Onlus”.
Introduce e coordina il dibattito il giornalista Roberto Armenia.

Direttore dell’Unità operativa Complessa di Day Hospital oncologico dell’Istituto Scientifico di Pavia, della Fondazione Maugeri Irccs, Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Pavia. Da oltre cinque anni è affetto da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), è Presidente nazionale Aisla (Associazione italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica). Presenta il libro: “Ma che cosa ho di diverso? Conversazioni sul dolore, la malattia e la vita” a cura di Marco Burini (San Paolo Edizioni), in collaborazione con l’Associazione di Volontari “Amici per la Vita Onlus”. Introduce e coordina il dibattito il giornalista Roberto Armenia.
Diritto di morire o libertà di vivere? Eutanasia o accanimento terapeutico? Autodeterminazione o alleanza? Il confronto serio e costruttivo con tutti i protagonisti del dibattito in corso passa da una condizione preliminare: intendersi sulle parole. Mario Melazzini, noto al grande pubblico per i suoi interventi su questi temi, contro una certa “bioetica laicista”, più volte intervistato in Tv in soprattutto in occasione del “caso Welby”, è malato di Sla ma non vuole morire: “Io non ho mai sentito dire a dei malati che hanno provato sulla loro pelle determinate situazioni: non voglio che mi sia fatto questo trattamento, voglio morire a tutti i costi”.

Secondo Melazzini, nel riflettere sui pregiudizi del dualismo “sano/malato”, siamo di fronte ad una società folle, che ha perso di vista la posta in gioco, il senso del vivere e del morire. Al fondo del dibattito sta il vero problema, la disabilità come nuova frontiera della giustizia: “Perché noi disabili non possiamo essere liberi di vivere? Perché le nostre città sono disseminate di barriere architettoniche? Questo dimostra che di fatto siamo degli emarginati. La fragilità e la malattia diventano veicoli di isolamento sociale.
Un medico di successo, una bella famiglia, una forma fisica da far invidia. Nel febbraio del 2002 Mario Melazzini pensa di essere un uomo realizzato. Ma quando sale in bicicletta per il suo allenamento quotidiano capisce che qualcosa non va. Comincia così il calvario della malattia. La diagnosi non lascia scampo: è Sla, sclerosi laterale amiotrofica, una patologia degenerativa con la quale, mediamente, non si vive più di tre anni. Il medico diventa malato. Melazzini rifiuta la malattia e cade in depressione. Prende persino appuntamento con una clinica svizzera per un suicidio assistito. Poi fugge, lascia la moglie e i tre figli e si ritira nella sua casa in montagna, Lì, in solitudine, inizia a prendere coscienza dello strappo col passato e torna a assaporare la vita. Torna al lavoro. Da malato, rivaluta il rapporto tra medico e paziente. Prende contatto con l’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrafica (Aisla) e ne viene eletto presidente.

Oggi è direttore dell’Unità operativa di Day Hospital Oncologico della Fondazione Maugeri Irccs di Pavia e direttore scientifico del centro clinico Nemo della Fondazione Serena Azienda Ospedaliera Niguarda per la ricerca e la cura delle malattie neuromuscolari.

In programma per i prossimi incontri con gli Autori nomi importanti come Vandana Shiva, fisica quantistica ed economista, considerata la teorica più nota di una nuova scienza, l’ecologia sociale, Mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea a lungo presidente di Pax Christi, e una delle personalità più note della chiesa italiana, Lilli Gruber, giornalista, scrittrice ed europarlamentare europea e Mario Ventura, Vice-Prefetto Vicario di Modena a scrittore esordiente.