Domenica 31 Maggio sarà il “No Tobacco Day” la Giornata Mondiale senza Tabacco che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) celebra, fin dal 1987, per richiamare l’attenzione sulle conseguenze legate all’abitudine tabagica.

Le malattie dell’apparato respiratorio rappresentano una delle più frequenti cause di malattia, invalidità e morte in Italia ed in Europa per la loro incidenza e prevalenza.
Ogni anno un elevato numero di persone è costretto a sospendere, per periodi prolungati, l’attività lavorativa a causa di malattie broncopolmonari che, per ritardi nella diagnosi, possono diventare croniche ed invalidanti con conseguenze negative sulla qualità di vita e con ricadute socio-economiche di gravi.
Come ormai noto, molte delle patologie respiratorie riconoscono nel fumo uno dei principali fattori di rischio. Per tale ragione è particolarmente importante che i fumatori che accusano sintomi quali tosse, difficoltà respiratoria, presenza di espettorato si sottopongano ad una valutazione medica e, eventualmente, ad approfondimenti specialistici. Molti pazienti, infatti, pur riconoscendo nel fumo la causa dei propri disturbi, non sanno che la tosse, l’espettorato e la dispnea sono dei veri e propri campanelli d’allarme relazionati ad una patologia che – pur se cronica – può essere efficacemente curata.
“I progressi effettuati nella diagnosi e nella terapia delle patologie polmonari consentono oggi un significativo miglioramento della qualità di vita – spiega il Dott. Luigi Zucchi, Direttore della Struttura di Pneumologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. “Nel nostro ospedale uno staff si occupa specificamente di queste tematiche, affrontandole con percorsi diagnostico-terapeutici atti a garantire un elevato standard qualitativo clinico-assistenziale per il paziente”.
Il fumo di sigaretta ed i componenti dell’inquinamento ambientale sono a monte di molte malattie dell’apparato respiratorio: il 90-95% dei tumori polmonari, l’80-85% delle BPCO ed il 20-25% degli incidenti cardiovascolari infatti dovuti al fumo di tabacco. In Italia si stima che il fumo sia responsabile delle morti per cancro al polmone per 91% negli uomini e del 55% nelle donne, per un totale di circa 40.000 morti l’anno.

L’OMS ha, da tempo, definito il tabagismo la principale causa di morte prevenibile, oltre ad essere esso stesso una malattia in quanto, tramite la nicotina, crea dipendenza. Secondo dati recenti i fumatori in Italia sono circa 11 milioni pari al 25,3% della popolazione sopra i 14 anni; il 29,3% dei maschi e il 22,1% delle femmine. L’età media in cui si diventa fumatori abituali è 17 anni, tra i giovani di 15-24 anni i fumatori correnti sono il 28,2% dei maschi ed il 21% delle femmine.
In molti casi le patologie respiratorie sono potenzialmente prevenibili o, quantomeno, ne può essere limitata la gravità. Il divieto di fumare nei luoghi pubblici ha portato ad una lieve diminuzione della percentuale di fumatori attivi ma non ha evitato l’aumento del 30%, del numero di ragazzi e ragazze minori di 18 anni che hanno iniziato a fumare negli ultimi anni. Ciò fa prevedere una continua ed ulteriore crescita dell’incidenza delle malattie respiratorie.
La lotta all’abitudine tabagica deve essere una priorità e rappresenta il provvedimento più efficace nel rallentare l’evoluzione verso l’insufficienza respiratoria della bronchite cronica. Non dimentichiamo il fumo passivo che è uniformemente riconosciuto come causa di malattia specie nei bambini che sono i più esposti a malattie come asma bronchiale.
La Regione Emilia Romagna è particolarmente attiva nella lotta al fumo ed ha organizzato per il 4 giugno a Bologna un convegno dal titolo “Tabagismo in Emilia-Romagna, nuove prospettive”.

Il Consiglio dei Ministri ha proclamato il 2009 Anno del Respiro per accrescere l’informazione su prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie respiratorie.
In Italia circa 2.500.000 persone soffrono di malattie quali bronchite cronica ed enfisema polmonare, circa 1.730.000 di asma bronchiale e 40.000 di tumore polmonare (al primo posto tra i tumori maschili ed in crescita nelle donne). Ogni anno le patologie polmonari determinano oltre 600.000 ricoveri ospedalieri. Ad esse si aggiunge la tubercolosi che, dopo anni di costante declino, sta tornando ad essere una priorità sanitaria in Europa ed in Italia.
Molte delle patologie respiratorie possono essere diagnosticate con un esame chiamato spirometria. L’esame consiste nel riempire i polmoni d’aria e soffiarla nello spirometro, attraverso un tubo. Lo spirometro misura i litri d’aria contenuti nei polmoni e fornisce la velocità con la quale vengono espulsi, consentendo così di valutare lo stato di salute del sistema bronco-polmonare.
Il Laboratorio di Fisiopatologia Respiratoria della Struttura Pneumologia di Reggio Emilia (ubicato presso i Poliambulatori) effettua ogni anno 1000 esami spirometrici, avvalendosi di apparecchi computerizzati le cui informazioni vengono valutate dallo specialista pneumologo alla luce dei sintomi accusati dal paziente. La valutazione della spirometria consente di far sospettare o evidenziare diverse malattie, come l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, la fibrosi polmonare, e consente poi al medico di porre in atto il corretto iter diagnostico-terapeutico.
La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una patologia, meglio conosciuta con l’acronimo BPCO, che interessa i bronchi e i polmoni determinando una ostruzione delle vie aeree. La parete bronchiale è generalmente ispessita ed aumenta la produzione di secrezioni, determinando una difficoltà del passaggio dell’aria. L’inquinamento, ma soprattutto il fumo di sigaretta (anche passivo), ne sono a monte. Vengo spesso sottovalutati i sintomi legati a tale malattia e si arriva, spesso, ad una diagnosi quando lo stadio di gravità è già avanzato ed i benefici della terapia rischiano di essere inferiori. Una diagnosi precoce, invece, consente di iniziare trattamenti (generalmente rappresentati da farmaci inalatoriquali spray, polveri secche, aerosol) che hanno rivelato la propria efficacia. Studi condotti a livello internazionale hanno dimostrato l’efficacia di questi trattamenti e il loro effetto sulla mortalità e sulla qualità della vita. Per poter effettuare un trattamento corretto, è auspicabile arrivare precocemente ad una diagnosi, per correggere il naturale aggravamento della malattia ha nel corso degli anni.
Tra le patologie respiratorie emergenti (per motivi epidemiologici e clinici) un posto di rilievo è occupato dalla Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno con episodi di completa/parziale ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, generalmente accompagnati da una riduzione dell’ossigeno nel sangue. Altri sintomi consistono nella cefalea al risveglio, nel russamento e nella sonnolenza diurna. La prevalenza di questa sindrome è del 6% si può stimare, pertanto, stimare che in Provincia di Reggio Emilia vi siano circa 25.000 malati, molti dei quali non hanno ricevuto una diagnosi per non aver mai effettuato una apposita valutazione.