Diminuisce dell’1,6% l’occupazione nell’area Terre di Castelli per quanto riguarda le imprese sino a 50 dipendenti, nel primo trimestre 2009, peraltro in linea con quanto accade nel resto della Provincia. E’ quanto emerge da un’analisi realizzata dall’Ufficio Studi CNA, indagine che ha coinvolto oltre 800 imprese per 4.650 dipendenti.

Una flessione che ha caratterizzato soprattutto (-7,1%) e i dipendenti a tempo determinato (-6,1%, comunque quasi la metà in meno rispetto a quanto accaduto sul resto del territorio modenese). Maggiore della media provinciale, invece, l’arretramento dei contratti a tempo indeterminato (-0,6%), calo che comunque si ferma ai decimali, a conferma della tenuta della cosiddetta “buona occupazione”.



A livello settoriale, il calo più evidente è quello che caratterizza la manifattura (-2,4%), in particolare – ed è tra i segnali più preoccupanti – la meccanica, che su 139 imprese perde qualcosa come 61 posti di lavoro, il 3,9%. Di questi, per il 72% si tratta di posti a tempo determinato e per il rimanente 28% di contratti a tempo indeterminato.
Tiene, invece, l’alimentare, che fa segnare un aumento di posti di lavoro del 2,7% (51 imprese monitorate).
Ma dati poco rassicuranti arrivano anche dal settore del turismo e P. E., con un calo del 4,1% e dai servizi, in netto calo soprattutto per quanto riguarda i servizi alle imprese (-12,7%), a conferma degli effetti della crisi.
Regge, invece, il settore delle costruzioni, che si aggrappa all’impiantistica, unico segmento in crescita probabilmente grazie alla spinta del fotovoltaico.


Come era facilmente prevedibile, la flessione occupazionale incide principalmente i posti di lavoro meno qualificati, individuati appunto dalla temporaneità dei contratti, ma anche dalla nazionalità degli occupati. Non a caso, il 53,3% dei posti di lavoro sono stati persi da dipendenti stranieri, soprattutto – appunto – nei contratti a tempo determinato.
Nonostante ciò, nelle imprese con meno di 50 dipendenti i lavoratori stranieri rimangono il 17,1%, il dato più alto in provincia, che a livello medio fa registrare il 14,2%. Questa elevata incidenza deriva dal notevole impiego di lavoratori stranieri nelle imprese dell’agroalimentare (20,9%) e dei trasporti (32,7), dove rientra anche il facchinaggio.



L’impatto della crisi si misura anche sul lato dei disoccupati. Secondo i dati dei Centri per l’Impiego, infatti, nel distretto di Vignola nei primi due mesi dell’anno si è registrato un aumento degli iscritti – cioè, appunto, di disoccupati – del 9,1%: dai 4.399 del primo gennaio ai 4.801 disoccupati al 28 febbraio.



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