lavoro_2Primo trimestre 2009 largamente negativo per le imprese modenesi sino a 50 dipendenti, nel pieno del vortice determinato dalla diminuzione dei traffici economici mondiali, che colpiscono il nostro territorio più di altri. Necessarie azione di stimolo della domanda e sostegno agli investimenti in ricerca e sviluppo. Un sostegno spesso tale solo a parole, se si pensa che la linea di credito d’imposta lanciata in questa direzione ha visto i fondi esaurirsi in 40 secondi! E anche l’atteggiamento delle banche non va certo a sostegno delle attività economiche. In cassa integrazione il 12% dei dipendenti (quasi 37.000) delle imprese in servizio paghe presso CNA.

L’ANDAMENTO DELLA CRISI: LA SITUAZIONE E LE PREVISIONI

Nel primo trimestre 2009 gli andamenti negativi già registrati negli ultimi mesi dell’anno precedente si sono notevolmente ampliati, come del resto era largamente atteso. Gli indicatori qualitativi predisposti dalla CNA evidenziano infatti un ulteriore aggravamento della recessione che perdurerà almeno fino al secondo trimestre dell’anno. La crisi potrebbe tuttavia rallentare: a partire da aprile, infatti, soprattutto la grande industria ha visto manifestarsi qualche segnale di rallentamento della congiuntura negativa crisi, segnali peraltro confermati dall’andamento di parametrici più “empirici” come la ripresa dei traffici autostradali (testimoniata dai pedaggi) e la crescita dei listini di materie prime (rame, acciaio, petrolio). Si tratta comunque di un’indicazione non sufficiente a preludere ad una chiara inversione di tendenza. L’impressione – ma di impressione si tratta – è che si sia ormai raggiunto il punto di minimo della recessione. Il problema è stabilire sino a quando l’economia continuerà a mantenersi a questi livelli di produzione (le stime per il Pil 2010 parlano di un valore pari a quello di 10 anni fa). Di seguito i principali risultati dell’indagine “Barometro della Crisi”.

• Fatturato, Produzione e Ordini. Nei primi tre mesi del 2009 la crisi ha continuato a manifestarsi attraverso forti riduzioni del fatturato, della produzione e degli ordini che seguono e approfondiscono significativamente quelle registrate a fine 2008. La contrazione del fatturato, determinata dal calo della domanda interna e delle esportazioni (-21,4% per ciò che riguarda l’economia modenese) si è tradotta nella caduta verticale della redditività delle imprese.

• L’occupazione. Più stabile appare la situazione occupazionale, anche se queste dinamiche dovranno comunque essere monitorate con attenzione dato che l’occupazione reagisce solo con mesi di ritardo agli andamenti di produzione e fatturato. In tutti i casi l’indagine trimestrale di CNA, mostra come la contrazione si sia concentrata sui contratti a tempo determinato e sulle figure professionali meno qualificate. Tiene, invece, la cosiddetta “buona occupazione”, quella a tempo determinato, che rappresenta da un lato la volontà degli imprenditori di non scaricare sui dipendenti la crisi, dall’altro quella di tutelare – di investire – sulla vera ricchezza delle Pmi: il capitale umano e la conoscenza. Una stima effettuata sulle buste paga (quasi 37.000, elaborata da CNA nel mese di maggio, ha evidenziato come siano oltre il 12% degli occupati i lavoratori interessati da Cassa integrazione o dal sostegno degli Enti bilaterali).

• Gli investimenti. Diminuisce la quota di imprese che realizzano investimenti. Questa risulta tuttavia ancora significativa: la spesa per beni capitali è stata posta in essere da circa il 50% delle imprese intervistate.

• Il credito. Gli imprenditori continuano a segnalare difficoltà di accesso al credito e lamentano in particolare l’allungamento dei tempi di erogazione e la richiesta di maggiori garanzie. Il peggioramento delle condizioni imposte dalle banche appare preoccupante anche alla luce dell’allungamento dei ritardi nell’incasso dei crediti commerciali. Una testimonianza dell’atteggiamento vessatorio delle banche nei confronti delle imprese è l’introduzione del corrispettivo di massimo scoperto e dall’indennizzo di sconfinamento a fronte dell’abolizione della commissione di massimo scoperto determinata dalla manovra anticrisi del ministro Tremonti a livelli notevolmente più alti di quelle che si registrano negli altri paesi erupei. Si tratta di una palese presa in giro nei confronti di imprese e dello stesso Governo.

• I settori. Come nel precedente trimestre, anche in questa fase l’alimentare è il solo settore a sfuggire alla crisi segnando incrementi di vendite e produzione accompagnati dalla tenuta dell’occupazione. Meglio di tutti il biomedicale, che però non incide come il precedente sulla nostra economia. Per il resto, la crisi ha continuato a colpire tutti i settori. In particolare la situazione appare drammatica per le imprese della meccanica.

• Le attese per il secondo trimestre 2009. Per il secondo trimestre dell’anno gli intervistati sembrano credere a una decelerazione della crisi. Tutti gli indicatori, pur in terreno negativo, presentano infatti saldi di ampiezza minore a quelli registrati nei primi tre mesi dell’anno. D’altra parte, se la crisi finora si è manifestata soprattutto nelle contrazioni del fatturato e della produzione, nei mesi successivi potrebbe trasferirsi sull’occupazione.

• Il Barometro della Crisi. L’accentuarsi della fase di ripiegamento in atto nei primi tre mesi 2009 porta l’indicatore sintetico che misura le condizioni economiche delle micro e piccole imprese a –49, un valore ben al di sotto rispetto al –18,6 di fine 2008. Per il prossimo trimestre si prevede un ulteriore peggioramento di circa 26 punti. Si preannuncia quindi un primo e parziale rallentamento della discesa dell’indicatore, non già un’inversione di tendenza.

LE CONSIDERAZIONI DI CNA:

Si tratta di dati palesemente negativi, come peraltro CNA aveva largamente previsto a margine della presentazione di dati relativi all’ultimo trimestre 2008. Per il secondo trimestre le attese sono di una sostanziale stabilità della congiuntura negativa. In termini numerici, significa una diminuzione della contrazione, ma ciò significa non certo un miglioramento. Insomma, né dal fatturato, né dalla produzione, a fine giugno si attendono grossi miglioramenti. L’interesse si concentrerà pertanto sull’andamento degli ordinativi, su cui si basano le attese per il futuro. In questo contesto la domanda continua ad essere: fino a quando gli imprenditori riusciranno a fronteggiare questa situazione? Tra gli interventi che potrebbero contribuire alla tenuta delle imprese ci sono l’incremento della soglia per l’utilizzo della trattativa privata nei lavori pubblici e la sospensione del patto di stabilità per gli investimenti locali (che potrebbero essere destinati al recupero e alla manutenzione del territorio sotto forma di piccoli cantieri dove le competenze delle Pmi avrebbero la possibilità di esprimersi al meglio). Poi una migliore e più coerente gestione ad esempio delle domande delle imprese agli incentivi. E’ il caso del credito d’imposta per ricerca e sviluppo, che si è risolto in molti casi in una vera e propria beffa. Infatti, delle centinaia di domande inviate da imprese modenesi (circa 70 solo da CNA) sono state accolte solo quelle inviate entro i primi 40 secondi dal momento dell’invio. Imprese che hanno spinto il pulsante di invio per la richiesta telematica di agevolazioni (attraverso i centri autorizzati, tra i quali CNA) dopo solo 50 secondi dall’apertura dei bandi e che hanno ricevuto risposta negativa per l’esaurimento dei fondi.

“A questo proposito – commenta Luigi Mai, rieletto per la seconda volta Presidente della CNA Provinciale di Modena nel corso dell’Assemblea quadriennale che si è tenuta mercoledì 24 giugno – vorrei sottolineare come spesso l’intenzione di sostenere le imprese, soprattutto le più piccole, nell’innovazione e nello sviluppo si contraddica nei fatti. Esaurire i fondi in meno di un minuto significa avere preso alla leggera questo obiettivo che è invece determinante per la competitività del nostro Paese”. Ancora, l’eliminazione della burocrazia, vero e proprio costo per le imprese, e l’atteggiamento degli istituti di credito, atteggiamento vessatorio e per nulla incline a sostenere l’economia, come dimostra l’introduzione del “corrispettivo di disponibilità creditizia” e dell’”indennizzo di sconfinamento” a fronte dell’abolizione della commissione di massimo scoperto determinata dalla manovra anticrisi. Una vera e propria presa in giro non solo per le Imprese, ma per lo stesso Governo. E non tanto in termini formali – questo strumento è applicato anche in altri paesi europei – quanto in termini di equità. Ma anche la situazione occupazionale va seguita con attenzione. “Abbiamo stimato – continua il presidente provinciale di CNA, che nel mese di maggio il 12% dei dipendenti delle imprese di cui elaboriamo le buste paga sono stati interessati da provvedimenti di sostegno al reddito, siano questi la Cassa Integrazione o l’Eber. Cosa potrebbe accadere se dopo l’estate i ritmi produttivi non potessero consentire alle imprese di riprendere un’attività anche poco meno che normale?  Voglio in proposito ricordare che giusto ieri John Elkann ha evidenziato come nel settore automobilistico la capacità produttiva supera del 50% le vendite. Se penso all’importanza dell’automotive per la nostra economia ciò mi preoccupa. Allora,ci sarà ancora la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali? L’accordo regionale degli ammortizzatori sociali in deroga che allarga questo strumento alle imprese artigiane è sicuramente un segnale importante, ma anche questo potrebbe non essere sufficiente, in termini quantitativi”.

“C’è una cosa, invece – conclude Mai – che vorrei sottolineare: la volontà degli imprenditori di non rimanere con le mani in mano, di fare qualcosa per cercare di uscire da questa situazione. Ne è un esempio lo scalo merci di Marzaglia. Mai come in quest’occasione le Associazioni di categoria si sono presentate unite per raggiungere i un risultato concreto e tangibile. Soprattutto le Associazioni di rappresentanza delle imprese di minori dimensioni. Crediamo sia un risultato importante, da sottolineare positivamente con forza, perché rappresenta un punto di forza del nostro sistema. Una consapevolezza che ci porta a guardare con estremo interesse alla proposta lanciata oggi da Confcommercio per un organo comune delle Associazioni”.