Filippo Borghi“Accusiamo il momento, la flessione c’è ma i suoi effetti nella ricambistica sono per ora minori. Quel che occorre adesso è sicuramente un nuovo clima di fiducia – afferma Filippo Borghi, presidente di GB Group e vice presidente di Confindustria Modena a commento di quanto è emerso dall’assemblea annuale di Unacoma”. “La crisi si riflette su aree dell’indotto come quella modenese con una forte vocazione all’export e a pagarne le conseguenze sono soprattutto coloro che nel corso di questi anni hanno continuato ad investire. Per queste ragioni oggi tutti sono chiamati a fare la loro parte: gli imprenditori, ma anche e soprattutto gli istituti bancari e le istituzioni”.

In occasione dell’assemblea di Unacoma (Unione nazionale costruttori macchine agricole), svoltasi nei giorni scorsi si è focalizzata l’attenzione in primo luogo sulla crisi che il settore delle macchine agricole e movimento terra sta attraversando. Crisi che incide pesantemente sull’export e che porta prevedere per la fine dell’anno un calo pari al 20% con inevitabili ulteriori ripercussioni sull’indotto modenese della meccanica.

Filippo Borghi, vicepresidente di Confindustria Modena e presidente di GB Group, la holding modenese leader a livello mondiale nel settore della ricambistica after market per macchine movimento terra industriali ed agricole, anche in base a quanto emerso dall’assemblea di Unacoma ha esposto una serie di considerazioni. “Stiamo attraversando un periodo di sofferenza per l’indotto meccanico e l’economia modenese in generale, che coinvolge anche noi. Abbiamo avuto un calo del 17% che come negli altri casi si è tradotto con una flessione delle esportazioni, ma nel complesso manteniamo una buona stabilità”.

Importante però per il vicepresidente di Confindustria Modena è salvaguardare l’indotto modenese dal momento in cui oggi a rimetterci, sono in primo luogo quelle aziende che nel corso di questi anni hanno programmato e compiuto investimenti importanti. “Il rischio è quello di esporre avventatamente alla crisi un sistema produttivo tra i più efficienti al mondo con conseguenze imprevedibili e sicuramente negative – afferma Borghi – Per questo le banche dovrebbero supportare le imprese, a partire da quelle più virtuose contribuendo così al recupero di un positivo clima di fiducia”.

Una soluzione che rappresenterebbe un segnale forte ed inequivocabile a tutto il mondo economico locale, mentre in merito alle scelte relative al futuro, Borghi aggiunge “L’attuale periodo di crisi – aggiunge Borghi – deve indurre tutti i soggetti interessati, imprenditori, istituti bancari ed istituzioni, ad una forte presa di posizione per stabilire le mosse più opportune da intraprendere”.

Tra queste ovviamente la salvaguardia dell’occupazione riveste un ruolo di primo piano. “La decisione di licenziare o di mettere in cassa integrazione i propri dipendenti – spiega il presidente di GB Group – è sempre sofferta da parte degli imprenditori oltre che deprecabile. Nel nostro caso fino ad ora noi non abbiamo avuto problemi di questo genere se non per un breve periodo a Ravenna, in relazione ad uno dei turni di produzione”. Anche ricerca e sviluppo però non sono assolutamente da sottovalutare. “Senza di essi non saremmo stati in grado di realizzare uno stabilimento all’avanguardia dal punto di vista logistico – dice Borghi in riferimento alla nuova sede del gruppo a Nonantola – A maggior ragione, non ci tiriamo indietro, e continuiamo ad investire in questi campi. Farlo ora, nonostante la crisi significa farsi trovare pronti al momento della ripresa”.