pesche“L’accordo presentato martedì 21 luglio dall’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni e stipulato tra le Organizzazioni di Produttori (Op) dell’Emilia Romagna e le sigle della Grande Distribuzione Organizzata AUCHAN, COOP ed ESSELUNGA con il supporto delle Organizzazioni agricole dimostra che è possibile costruire, anche in periodi di grande difficoltà e crisi, percorsi capaci di realizzare una ripartizione delle risorse lungo la filiera in grado da una parte di riconoscere alle imprese agricole i costi di produzione, e dall’altra di offrire al consumatore un prodotto di qualità ad un prezzo conveniente”.

Commentano così Cia e Confagricoltura dell’Emilia Romagna presenti, con i rispettivi presidenti – Nazario Battelli e Guglielmo Garagnani, alla sigla dell’accordo che fa seguito all’intesa raggiunta dal tavolo interprofessionale venerdì 17 luglio.

L’accordo è riservato alle pesche e nettarine di prima categoria del calibro centrale e permetterà, per le quantità che si riusciranno a convogliare in questa iniziativa, di garantire ai produttori la copertura dei costi di produzione (contro i circa 20 centesimi attuali, prezzo questo che costringe, di fatto, a produrre sottocosto), mentre la Grande distribuzione si impegna a vendere il prodotto al pubblico a un prezzo non superiore a 1,20 euro al kg. Due le confezioni previste: il cestino da 1,5 chili con un prezzo massimo al dettaglio di 1,80 euro e il cartoncino da 2 kg a un prezzo massimo al dettaglio da 2,40 euro. Attualmente i costi di produzione in campagna si aggirano tra 0,40/0,45 centesimi al kg, mentre i costi di selezione, confezionamento, etichettatura, spedizione e trasporto incidono per ulteriori 0,40/0,45 centesimi sempre al kg.

“E’ comunque bene ricordare – sottolineano Nazario Battelli e Guglielmo Garagnani – che resta aperto il tema della mancanza di reddito che si registrerà in questa campagna ortofrutticola per le aziende agricole. Problema che potrà essere in parte mitigato se la GDO darà ampio spazio all’iniziativa promozionale e si farà carico di valorizzare l’accordo esponendo meglio le pesche oggetto dell’iniziativa e offrendole al consumatore a prezzi attraenti, senza però ricorrere a vendite sottocosto che confondendo il consumatore ne distorcono la percezione del giusto prezzo. È evidente – proseguono i presidenti – che il grande significato di questa operazione (riconoscimento dei costi di produzione per la parte agricola e primo prezzo per un prodotto standard di alta qualità) è condizionato dalla volontà e capacità delle catene distributive firmatarie dell’accordo di qualificare l’operazione nel punto vendita e di estenderla a tutti i punti vendita sparsi nel territorio nazionale. Va dato atto e merito a AUCHAN, COOP ed ESSELUNGA di essersi rese disponibili a sedersi in torno ad un tavolo per contribuire a dare una soluzione alle problematiche in essere”.

A giudizio di Confagricoltura e Cia il risultato positivo dell’accordo dipende anche dalla capacità di coordinamento delle Organizzazione dei Produttori che dovrà comunque essere meglio strutturato ed organizzato rispetto al passato. Questo ambito, insieme all’applicazione dell’accordo, farà parte di un attento monitoraggio da parte degli agricoltori.

“La virtuosità dell’accordo interprofessionale presentato – continuano Garagnani e Battelli – deve trovare un seguito anche nell’ambito del prodotto trasformato ove si auspica di trovare nell’industria privata la stessa attenzione e disponibilità data da grandi gruppi della GDO a cogliere il significato principale di questo passaggio: in momenti di crisi ognuno deve farsi carico responsabilmente di tenere insieme il sistema produttivo e ciò si può fare solo assicurando la ripartizione del valore fra i diversi attori della filiera, magari creando vere e proprie corsie preferenziali per il prodotto italiano.

Siamo pronti – concludono i presidenti regionali di Confagricoltura e Cia – a forti iniziative di segnalazione dell’insensibilità dimostrata dalle catene distributive che non hanno aderito all’accordo e già dai prossimi giorni sarà lanciata una forte mobilitazione delle nostre Organizzazioni, in particolare nel territorio romagnolo, per denunciare chi, nella filiera, approfitta della situazione e non è disponibile ad un’ equa distribuzione del valore, seppur minimo, della nostra frutta in questa difficilissima situazione economica e di mercato che il Paese sta attraversando”.