Silingardi2Anche nei mesi di luglio e agosto rimane preoccupante l’andamento dell’occupazione nei settori del commercio, del turismo e dei servizi. A prevalere è ancora il segno meno, con una media che si assesta al -7,2% rispetto a luglio 2008. Sembra però affinarsi la modalità di risposta delle imprese alla crisi, soprattutto per cercare di conservare il patrimonio costituito dai collaboratori. È, infatti, in costante aumento il numero di imprese che, assistite dall’associazione, fa ricorso agli ammortizzatori sociali: una novità per il settore del commercio. Solo in un mese, le aziende del commercio che hanno attivato la procedura sono più che raddoppiate. Complessivamente sono state 13, interessando ben 65 dipendenti dei 98 che sono complessivamente occupati nelle aziende, che hanno attivato la procedura. Un dato decisamente preoccupante soprattutto in considerazione anche delle dimensioni medie delle imprese coinvolte. A rivelarlo è l’osservatorio di Confesercenti Modena che nel periodo di luglio ha passato al setaccio sul territorio provinciale un migliaio di aziende.

“La crisi che da mesi attanaglia molte aziende, rischia di travolgere l’imprenditore, indebolendolo progressivamente sul fronte economico e finanziario, nonostante lo sforzo di innovare e riposizionare progressivamente la propria attività per cercare di arginare gli effetti della crisi. Dopo avere cercato di dare il nostro contributo per ristabilire un rapporto più collaborativo da parte delle banche, abbiamo lavorato molto anche per sensibilizzare le aziende rispetto all’utilizzo dei nuovi strumenti messi a disposizione, in particolare gli ammortizzatori sociali, fornendo un’accurata assistenza anche rispetto all’innovazione. La crisi certamente non si è esaurita, è però molto positivo che si stia facendo uno sforzo importante per cercare di assicurare la continuità del lavoro e proseguire nell’innovazione” commenta Massimo Silingardi, presidente provinciale di Confesercenti Modena.

Entrando nello specifico, come ricordato, emerge che anche la seconda parte dell’anno si apre con un prevalere di segni meno facendo registrare un -7,2% complessivo. Rispetto al primo semestre del 2009, quindi nessun cambiamento di rilievo tra le aziende del piccolo commercio alimentare, extralimentare, dei pubblici esercizi, dei servizi di intermediazione e dell’ingrosso; unica eccezione, ancora una volta, i servizi alla persona che si confermano nuovamente in controtendenza.

Sul fronte dell’occupazione a pagare le conseguenze della prolungata situazione di difficoltà sono prima di tutto i contratti a progetto, con una diminuzione media che è del 16%. Dall’indagine emerge che il settore più in sofferenza è quello dei pubblici esercizi: rispetto al medesimo periodo dello scorso anno il calo medio segna un -15% (-39% contratti a progetto, -14% lavoratori subordinati). Vanno invece “meno peggio” i piccoli negozi alimentari, -4,3% il valore medio, pur accusando un crollo, – 58%, dei contratti a progetto. L’extralimentare, pur in rosso, sembra soffrire meno, con un dato medio pari -1,5%. L’unica nota positiva viene dal settore dei servizi alla persona: la sostanziale diminuzione dei contratti a progetto, -18,8%, è in buona parte controbilanciata dall’incremento dei lavoratori subordinati che registra un +14,1%.