DandiniEsperimenti, lezioni aperte, giochi, dimostrazioni, visite guidate, percorsi virtuali, incontri con gli esperti, concerti. A Bologna, nel cuore della zona universitaria di via Zamboni, e a Palazzo Poggi, sede storica messa a disposizione dall’Università di Bologna, come in altre sette città dell’Emilia-Romagna e in contemporanea in tutta Europa, il 25 settembre è La notte dei ricercatori. “Evedyday science”, dunque: un’occasione per scoprire i mille modi in cui la scienza migliora la qualità della vita di tutti i giorni, rivelando anche aspetti inediti e divertenti.

A spalancare questa grande finestra sul mondo della ricerca a Bologna ci sarà anche Serena Dandini che riproporrà l’originale formula del programma televisivo Parla con me, in chiave più “scientifica”, intervistando i ricercatori e tutti gli attori del mondo della ricerca nel corso del talk show “Parla con… la Ricerca”. Il tutto accompagnato dagli intermezzi musicali della Swingers Orchestra. L’evento vedrà la partecipazione di Piergiorgio Odifreddi.

Che cosa accade nei laboratori, in cosa consiste l’attività dei ricercatori, in che modo il loro lavoro diventa utile per i cittadini? Il pubblico potrà avvicinarsi al mondo della ricerca, che sarà presentato sotto una luce nuova e coinvolgente, per confrontarsi con innovazioni a tutto campo, dai settori più classici a quelli più impensabili, in un evento voluto proprio per coinvolgere i non addetti ai lavori nel ricchissimo mondo della ricerca emiliano-romagnola.

Ai piedi delle Due Torri l’avventura della scienza prenderà il via nel pomeriggio e andrà avanti fino a mezzanotte, tra segreti della chimica e sorprendenti fonti di energia, modi intelligenti per costruire le case e racconti di esplorazioni, dimostrazioni di fenomeni fisici e ottici o lezioni interattive su Darwin. Il tutto proposto da gruppi di ricercatori provenienti dalle università e dai centri di ricerca pubblici di tutta la regione. Ma ci sarà anche musica, teatro, recital e conferenze-spettacolo, per fare della “notte della ricerca” una festa per tutta le città.

Solo a Bologna 130 i ricercatori coinvolti in rappresentanza di 33 dipartimenti universitari e istituti di ricerca di tutta la Regione. “Con questa iniziativa – ha dichiarato il rettore dell’Università di Bologna, Pier Ugo Calzolari – vogliamo onorare il lavoro di tanti che dedicano la loro attività per innalzare il prestigio dell’Italia nel mondo. Dalla crisi si esce in modo permanente solo con un approccio strategico, sostenendo la ricerca in tutti i settori, scientifici e umanistici”.

La Notte dei Ricercatori è un appuntamento europeo, realizzato sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna. La nostra regione partecipa per la prima volta con un progetto realizzato da Aster – Associazione Scienza e Tecnologia Emilia-Romagna in partnership con le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio, Parma e all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza per evidenziare lo straordinario tessuto emiliano-romagnolo di “produzione della conoscenza”.

La manifestazione si svilupperà oltre che a Bologna, anche a Cesena, Faenza, Ferrara, Modena, Parma, Ravenna e Reggio Emilia. Progettazione di nuove costruzioni antisismiche, sistemi automatici per il riconoscimento delle persone, terapia genica per guarire dalla talassemia o nuove prospettive per la cura del Morbo di Parkinson. Ma anche metodi per misurare il proprio livello di “benessere psicologico”, lezioni sui crimini storici irrisolti delle città emiliano-romagnole. Fino a interessanti indagini bioarcheologiche per capire cosa mangiavano i nostri antenati e all’analisi delle proprietà grafico-molecolari degli alimenti. In vetrina, nelle città di tutta la regione ci sarà tutto questo e tanto altro, per valorizzare lo straordinario patrimonio della ricerca emiliano-romagnola, capace di farsi impresa e realizzare innovazioni fondamentali per il futuro del tessuto produttivo e per la vita di ognuno (programma completo degli eventi, città per città, su Notte dei ricercatori).

“Il valore dell’evento – ha osservato l’assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli – è dato dalla sua dimensione europea. Sono infatti 200 le città che daranno vita alla notte bianca dei ricercatori. Ovviamente non potevano mancare l’Emilia-Romagna e Bologna. Si tratta di una conferma della vocazione della nostra regione non solo all’innovazione industriale, ma all’utilizzo della ricerca per indirizzarsi sempre di più verso un’economia della conoscenza. L’iniziativa del 25 settembre prossimo apre un percorso importante fatto di altri eventi tematici, in particolare la manifestazione R2B (Research to Business), in programma a Bologna dall’11 al 13 novembre prossimi. Un’edizione speciale che presenterà la realizzazione concreta e l’avvio della rete regionale della ricerca e dei tecnopoli”.

Del resto, parlare di ricerca in Emilia-Romagna significa riferirsi ad un sistema che conta ben 15mila addetti – considerando il settore Ricerca e Sviluppo nel suo complesso – mentre sono circa 6.700 i ricercatori impiegati tra atenei e istituti di ricerca pubblici, di cui circa la metà precari (ricercatori non confermati, assegnisti, borsisti). Numeri che fanno dell’Emilia-Romagna una delle principali regioni d’Italia in questo settore: in regione viene realizzato ben il 15% del Pil nazionale della ricerca impiegando soltanto il 5,9% dei relativi fondi nazionali, e gli stessi investimenti regionali nel settore ricerca sono superiori alla media italiana (1,28% del Pil regionale contro una media italiana dell’1,16%) e realizzati con un contributo del settore privato che incide per il 56%, contro una media nazionale ferma al 50.

Fortissimo, peraltro, l’impulso dato al settore in questi ultimi anni dalla Regione Emilia-Romagna, con il Programma regionale per la Ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico (Prriitt) e il Programma Spinner (la Sovvenzione Globale per la qualificazione delle risorse umane negli ambiti della ricerca e dell’innovazione tecnologica). Grazie a queste due misure, la Regione ha messo al lavoro oltre tremila ricercatori, impegnati nei laboratori, nei centri per l’innovazione della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna e nelle aziende come personale dei laboratori. Una grande squadra di talenti che opera in ambiti decisivi per lo sviluppo e l’innovazione: scienze della vita e salute; ambiente, energia e sviluppo sostenibile; alta tecnologia meccanica; agroalimentare; edilizia e materiali per la costruzione; innovazione organizzativa. In questo ambito il lavoro dei ricercatori si fa impresa, traducendosi in risultati concreti al servizio dell’intero sistema produttivo emiliano-romagnolo.

Solo tra il 2004 e il 2007 – prima fase del Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico – le “officine della ricerca” del territorio hanno prodotto 115 nuovi prototipi innovativi, 20 brevetti, oltre 800 collaborazioni con le imprese, oltre 500 studi e ricerche e più di 100 nuove imprese innovative e spin-off, per favorire una ricaduta aziendale e produttiva alle idee nate nel contesto della ricerca tecnologica universitaria. “Poco si conosce del lavoro dei ricercatori – ha sottolineato il direttore di Aster Paolo Bonaretti – la notte bianca ha proprio l’obiettivo di avvicinare la ricerca alle persone, ai cittadini, per promuovere il lavoro prezioso che, quotidianamente, si realizza nelle università e nei centri di ricerca della nostra regione dove, fortunatamente, si fa molto per sostenere la ricerca e l’innovazione”. La notte dei ricercatori sarà dunque un modo per conoscere questa grande “macchina di cervelli” che risponde alle necessità di innovazione dell’industria, e che lavora con l’obiettivo di fare dell’Emilia-Romagna una regione leader a livello europeo nella ricerca industriale pubblica e privata, sul modello delle migliori esperienze europee.