IMG_6561“Agli studenti modenesi che hanno manifestato oggi pubblicamente il loro disagio rispetto alla situazione del trasporto pubblico locale, abbiamo dimostrato con i fatti la nostra piena disponibilità ad un incontro diretto. Siamo interessati a raccogliere le loro sollecitazioni, così come quelle di tutti gli utenti, ma abbiamo anche colto l’occasione per far presente quali sono le difficoltà oggettive che influiscono sul nostro lavoro. Il loro disagio, comunque, non può giustificare atti contrari alla legge e potenzialmente molto pericolosi come l’occupazione della zona dell’Autostazione, attuata questa mattina da alcuni di loro”. Queste le parole di Claudio Ferrari, Amministratore Delegato di ATCM Spa, dopo l’incontro avuto questa mattina con una delegazione di studenti modenesi che – a margine della manifestazione di protesta svoltasi poco prima per le vie del centro storico di Modena – si è recata presso la sede aziendale per esporre le proprie lamentele. L’incontro si è svolto in un clima sereno e di reciproco rispetto alla presenza della stampa locale e delle forze dell’ordine; l’esito positivo dell’incontro ha così stemperato il clima di tensione che si era creato nel corso della mattinata, quando un gruppo di studenti ha occupato le corsie dell’Autostazione, interrompendo per qualche minuto il servizio e reclamando un intervento dei vertici di ATCM.

L’incontro con gli studenti è avvenuto al termine di una conferenza stampa, nel corso della quale l’A.D. di ATCM ha affermato quanto segue:

“Negli ultimi giorni abbiamo letto sui giornali tanti interventi, compresi quelli degli studenti, sul tema del riassetto del trasporto pubblico modenese: Quasi tutti erano di taglio negativo e solo in pochi hanno rinunciato a collocare ATCM sul banco degli imputati. Non sono interessato ad un difesa d’ufficio e condivido un giudizio critico su diversi disservizi verificatisi nei giorni scorsi. Mi sono fin qua astenuto dall’intervenire ma ora, con molta umiltà, vorrei suggerire qualche riflessione. ATCM, non da oggi, è un’azienda che perde poco meno di 400mila euro al mese. La principale causa di questo risultato negativo di bilancio è che produciamo molto di più di quello per cui siamo pagati! Gli introiti derivanti dal trasferimento pubblico e quelli delle tariffe pagate dagli utenti, sarebbero sufficienti a pagare un servizio di 11 milioni di Km all’anno. ATCM, invece, ogni anno di Km ne percorre almeno 13 milioni. Questo è il principale problema del nostro sistema di TPL e non solo a Modena. Da qui nascono mille sofferenze e difficoltà gestionali dell’azienda e del personale che vi lavora. Per inquadrare il problema, basti pensare che il corrispettivo chilometrico pagato ad ATCM è inferiore di 12 centesimi a quello medio regionale (1,87 euro/Km contro una media di 1,99) per non parlare, poi degli altri paesi europei, dove la media è di 2,23 euro/km (dati ASSTRA). Se il gasolio non lo paghi i bus non circolano, il personale va pagato – già ci accusano di spremere troppo gli autisti, quando invece non abbiamo mancato al rispetto di alcuna norma o regola contrattuale – e in una situazione del genere c’è chi ha il coraggio di dire che bisogna avere più servizi a tariffe più basse. Si facciano avanti, i sostenitori di queste posizioni: siamo pronti a queste condizioni a subconcedere parti del servizio. Non temete, non si faranno vivi.

Se invece si tratta di trovare moderne ed efficaci forme per rateizzare il costo degli abbonamenti annuali, in un momento come questo di crisi e di difficoltà di molte famiglie a far quadrare i conti, allora penso si debba produrre un maggiore sforzo per offrire ulteriori opportunità di rateizzazione.

Per quanto riguarda i disagi delle ultime settimane, condivido molti dei giudizi critici che sono stati espressi. Attenzione, però: appena sei settimane fa il sistema di trasporto pubblico di Modena è stato completamente rivoluzionato. Purtroppo, la vera prova sul campo – dopo mesi di studi- si è potuta sperimentare solo a stagione invernale già iniziata e con le scuole aperte. Solo, cioè, quando il traffico nelle nostre città va in tilt. Da qui i molti disagi e un giudizio critico condiviso. Bisogna dire che quando si dà corso ad operazioni di questo tipo, un cambiamento così ampio, è un pò come quando si apre un grande cantiere in città. Lo si fa per migliorare, per dare di più e meglio, ma all’inizio prevalgono i disagi e solo su quelli si appunta l’attenzione generale. Per questo non abbiamo alcuna difficoltà a scusarci, ma siamo convinti che come nei cantieri, poi alla fine ci saranno i benefici. Consapevoli della criticità, senza esitazione abbiamo lavorato giorno e notte ad una profonda azione di aggiustamento. Rimane ancora molto da fare, ma ora la situazione è decisamente migliorata, come testimoniano i dati AVM. Su tutte le linee urbane dove siamo intervenuti (in particolare la 2, la 3, la 5, la 10) si è praticamente azzerato il ritardo medio, che in alcuni casi era di decine di minuti. A proposito di AVM, rispondiamo a chi ci accusa di scarsa trasparenza o – peggio ancora – di manipolare le cifre che è nostra intenzione di rendere pubblici su internet i dati sulla regolarità del servizio, non appena sarà tecnicamente possibile e previo accordo con l’Agenzia per la Mobilità. Proseguiremo con il massimo impegno fino a quando non avremo sistemato ogni linea, sia sul servizio urbano che sull’extraurbano, ma il nodo vero di fronte al quale tutti quelli che vogliono parlare in modo serio del Tpl devono fare i conti è quello della insufficienza delle risorse. Se non si fanno i conti con questo aspetto, allora sì che bisognerà accontentarsi di un qualche capro espiatorio da mettere sul banco degli imputati”.