economiaCome va l’economia, lo sappiamo ormai tutti. I bilanci 2008 hanno segnato una battuta d’arresto globale. Ma alcuni distinguo sono necessari. “Il campione rappresentativo che il ‘Centro Studi Economico e Finanziario ESG89’ ha analizzato – precisa il Direttore Giovanni Giorgetti – è costituito da 531 società di capitali. Il 53,7% delle società hanno registrato un incremento del Valore della Produzione rispetto l’esercizio precedente. Per comprendere la compressione della ricchezza rispetto al 2007, possiamo evidenziare che nel biennio 2006-2007 la percentuale delle società che avevano registrato un incremento del fatturato era del 68,2%. Oltre il 15% in meno”.

Una forte battuta d’arresto.

“Sembra tenere la redditività. Nel senso che le compagini per circa il 76% hanno chiuso i propri bilanci in attivo. Cresce il peso degli oneri finanziari. Era inventabile, con l’Euribor a 3m che nell’esercizio 2008 è stato duramente sotto pressione. Preoccupa la situazione negli ultimi mesi del comparto Metalmeccanico, Chimico, Gomma, Ceramica, Tessile e Edilizia. Oltre che per l’indotto portuale. Ad ascoltare i protagonisti della vita politica ed economica della provincia sembra assistere alla celebrazione di un ‘piccolo funerale’. C’è pessimismo diffuso. L’economia locale appare inerme nei confronti di una crisi che ha colpito a 360° tutti i comparti con l’esclusione (sembra) di quello agroalimentare (si dovrà pur mangiare). E allora ci si chiede come la politica sia locale che nazionale, non riesca ad interpretare questo malcontento diffuso. La crisi, perlopiù finanziaria, va arginata con misure straordinarie, lo diciamo da tempo. Ognuno deve fare dei passi indietro. Gli imprenditori li stanno facendo sulle proprie spalle mettendo a repentaglio talvolta anche i beni personali frutto di anni d duro lavoro! Ora tocca alle categorie cosiddette privilegiate a partire dalla politica e dalle banche che sono state le prime ad essere sostenute e salvate. E’ deprecabile leggere ancora di sprechi pubblici incalcolabili e sentirsi dire che stanno finendo i fondi per la formazione, per i confidi, per le pmi, per il sostegno alla disoccupazione!! E’ necessaria una presa di coscienza collettiva che faccia delle forze più dinamiche del Paese i veri protagonisti dei prossimi anni. A partire dai giovani. Necessario quindi un passaggio generazionale diffuso”.

“Tiene solo l’Agroalimentare, cedono tutti gli altri comparti. Così sintetizza la situazione dell’industria il Segretario della Cgil provinciale Marcello Santarelli. Stiamo attingendo a piene mani alla Cig ordinaria e straordinaria. La nostra economia è prevalentemente caratterizzata dalla sub-fornitura pertanto fino a quando l’industria non darà segnali forti di ripresa, la provincia continuerà a soffrire. E molto. Anche tutto l’indotto del Porto di Ravenna sta soffrendo – conclude Santarelli. Come organizzazione da anni ci stiamo lavorando, ma certo il periodo non aiuta. Da ultimo una bacchettata alle banche: stanno svolgendo il compitino. E’ necessario uno sforzo maggiore”.

La ripresa?

“Avremo ancora mesi difficilissimi e per vedere il segno ‘+’ ci sarà ancora tanto lavoro da fare. E’ lapidario il Presidente della Confapi Renzo Righini. Ci sono società che stanno vedendo nell’anno in corso fatturati in calo anche del 50-60%. Quando il sistema bancario, con il quale stiamo cercando di dialogare in modo costruttivo, ci chiederà conto di questo, allora saranno guai per le nostre imprese. Nessun comparto escluso. La speranza è che il tessuto della Pmi riesca a tenere. Certo è che se la ripresa tarderà ad arrivare saranno guai seri anche a Ravenna”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente di Confagricoltura Enrico Gambi.

“Non vediamo nessun segnale di ripresa tangibile, anche se il comparto oggettivamente non è allo sbando. Necessarie a breve almeno tre misure. La prima, una forte accelerazione sull’aggregazione d’impresa soprattutto nel nostro comparto. La seconda, una maggiore programmazione a livello nazionale della politica agricola. Ora siamo in piena anarchia. Non sembra esserci una regia autorevole. Terzo, e lo chiedo alle imprese, una maggiore capacità di innovazione del prodotto. Non è più tollerabile dal mercato continuare a perseguire coltivazioni che non hanno più sbocchi economicamente interessanti”.

“Leggendo i numeri dei diversi comparti dell’analisi – conclude Giovanni Giorgetti del ‘Centro Studi Economico e Finanziario ESG89’ – il Commercio-Auto segna una battuta d’arresto devastante. A seguire nella negativa performance i Trasporti, l’Edilizia-Costruzioni e la Meccanica. I segnali che derivano dai Bilanci 2008, ricordiamo, saranno inevitabilmente aggravati nell’esercizio in corso. I protagonisti intervistati non lasciano spazio a ottimismo di facciata. Chi opera sul campo conosce profondamente il territorio e comprende che gli slanci di ottimismo che da più parti si leggono, arriveranno sull’economia reale solo fra qualche mese, auspicandoci che il ‘malato’ sia riuscito a sopravvivere”.

 ***

Il “Centro Studi Economico e Finanziario ESG 89” analizza da oltre 15 anni i bilanci delle prime 200.000 società di capitali italiane (Spa, Srl e Cooperative) e periodicamente offre ai media italiani e internazionali tutte le curiosità e i numeri oggetto delle analisi. I dati contabili relativi alle singole imprese sono desunti da varie fonti ufficiali (camerali e bancarie) e più in particolare dai bilanci depositati presso le Camere di Commercio. Tuttavia la memorizzazione dei dati, quantunque effettuata con sistemi computerizzati, può non corrispondere al dato reale. Non tutte le imprese avente l’obbligo del deposito del bilancio d’esercizio presso la competente Camera di Commercio, sono inserite in classifica. Il “Centro Studi Economico e Finanziario ESG89” non assume alcune responsabilità per un utilizzo di quanto riportato nel presente c.stampa diverso dal mero indicativo.