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Con questa accusa un cinquatreenne di un paese dell’appennino reggiano è stato arrestato ieri dai carabinieri su ordine di custodia cautelare chiesto dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani e emesso dal gip Angela Baraldi.

Le accuse nei suoi confronti vanno dai maltrattamenti in famiglia, alla violenza sessuale nei confronti della figlia (all’epoca minorenne) fino alla violenza privata. L’uomo infatti ha costretto i familiari a non sporgere denuncia (peraltro mai presentata) minacciandoli di morte.

Secondo l’accusa l’uomo maltrattava i figli (ora maggiorenni) e la moglie con continue vessazioni psichiche e fisiche. Li picchiava per futili motivi con pugni, calci e cinghiate. Era arrivato persino in un’occasione a legare il figlio al letto con catene. La moglie veniva sistematicamente minacciata di morte, con coltelli, e colpita con schiaffi. L’uomo avrebbe poi anche costretto la figlia dagli 11 anni (per diversi anni, fino al 2005) a subire atti sessuali. Le sevizie sono andate avanti per anni, fino alla separazione, nel 2008. Terrorizzati dalle minacce di morte, madre e figli però anche non hanno sporto denuncia anche dopo la separazione. Ma a fine estate i carabinieri sono venuti a conoscenza della vicenda e hanno avviato le indagini culminate nell’arresto.