cartocciOggi – martedì 1 dicembre  – alle 21 nuovo appuntamento con la Scuola di Etica e Politica “Giacomo Ulivi” alla Gabella di via Roma. Sotto l’arco di Santa Croce sarà il prof. Roberto Cartocci dell’Istituto Cattaneo e professore di metodologia della scienza politica dell’Università di Bologna a affrontare una questione di particolare attualità: a partire dalla quotidianità il tema del capitale sociale inteso come presenza all’interno della società di risorse come la fiducia, la comunità d’intenti, la solidarietà reciproca che consentono agli attori sociali di sperimentare l’esistenza di una storia, di valori comuni, di un’etica condivisa.

Nelle ricerche su quello che Cartocci definisce “Capitale sociale” emerge che viviamo in un paese particolare, gli italiani sono familisti ma estroversi, indisciplinati ma creativi, cinici ma amanti del bello. Riuscirà finalmente ad attecchire anche da noi l’idea che le istituzioni garantiscono la convivenza civile solo se disciplinano i rapporti sociali, definendo diritti e doveri di cittadini, famiglie, aziende, burocrazie? Saprà infine contagiare anche gli italiani un senso di appartenenza e di identificazione con lo stato-comunità capace di ispirare la moralità di tutti i giorni? Per capire se le cose stanno cambiando e tentare una risposta occorre guardare di preferenza alle ultime generazioni.

Un’ analisi attenta di 103 province attraverso la quale si può definire la distribuzione del capitale sociale italiano. Cartocci è autor del libro “Mappe del tesoro: Atlante del capitale sociale in Italia”. L’incontro servirà per stabilire dove si trovi nel nostro paese quel capitale sociale che Cartocci definisce come “tesoro nascosto” l’autore ha scelto quattro indicatori: la diffusione della stampa, l’affluenza elettorale, la partecipazione alla vita associativa e in particolare a quella sportiva e il dato relativo ai donatori di sangue. Da qui il tentativo di stabilire dove siano più vive le relazioni, libere e disinteressate fra i cittadini di una comunità. Al di là delle classifiche, con Bologna al primo posto e Vibo Valentia all’ultimo, l’Italia, e non è purtroppo una novità, risulta divisa in due grandi aree: il Centro Nord e il Centro Sud. Dal libro emerge si una frattura fondamentale lungo i confini meridionali di Toscana, Marche e Umbria, ma anche differenze altrettanto interessanti all´interno delle due grandi ripartizioni. Al Sud sono poverissime di capitale sociale la Campania e la Calabria, mentre in una situazione migliore si trovano alcune zone della Puglia, della Basilicata e della Sicilia, ma soprattutto la Sardegna. Al Nord, d´altra parte, minori riserve di capitale sociale si registrano in numerose aree del Veneto, della Lombardia e del Piemonte. Un mosaico per certi versi inatteso: Sassari supera Belluno, Verona, Padova e Brescia; Oristano fa meglio di Asti, Torino e Novara; Cagliari precede Sondrio, Como, Vicenza, Treviso e Milano; Matera viene prima di Varese; Nuoro e Ragusa “staccano” Roma. Un dato importante che emerge dall’analisi di Roberto Cartocci è come il reddito e le differenze di disponibilità finanziaria ricadano, in maniera netta, proprio sulla qualità del capitale sociale. Ma attenzione, perché meno capitale sociale non significa sempre meno solidarietà e quindi si comprende come la situazione, oltre i dati, sia da interpretare con grande attenzione nell’analisi della comunità civica e delle sue prospettive di cambiamento nel futuro dell’Italia.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito internet della Gabella.