Lo sciopero nazionale di 4 ore indetto per mercoledì 3 febbraio dai sindacati Fim-Fiom-Uilm e Fismic per tutti i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo Fiat, vedrà iniziative anche sul territorio modenese, conpresidi davanti ai cancelli di importanti aziende quali Ferrari, Scaglietti, Maserati, Cnh.

“L’iniziativa – dichiarano i segretari di Fim, Fiom, Uilm e Fismic Claudio Mattiello, Giordano Fiorani, William Manfredini e Massimo Mello – è dovuta ai contenuti del Piano Industriale, definito <Piano Italia> presentato il 22 dicembre e all’atteggiamento che Fiat sta tenendo in merito alla gestione della crisi nei confronti dei lavoratori”.

“Non si tratta – proseguono i sindacati – di uno sciopero solo di solidarietà e sostegno alla lotta dei lavoratori di Termini Imerese, che di per sè basterebbe per proclamarlo, ma vi è in gioco il ruolo futuro e la presenza su tutto il territorio nazionale della Fiat e quindi riguarda anche i 5.000 lavoratori del gruppo Fiat presenti sul territorio modenese”.

“E’ grave e inaccettabile – continuano i sindacati – che da un lato si procede a ridistribuire dividenti agli azionisti e contemporaneamente si attivano le procedure di cassa integrazione per 30.000 lavoratori, oppure si dichiarano di avere molte liquidità in cassa e si continua a ridurre il salario dei lavoratori non riconoscendo neanche in modo integrale le tredicesime del 2009”.

A tutto ciò ci aggiunge il giudizio negativo sul piano industriale in cui si evince che la strategia che Fiat pensa di utilizzare per uscire dalla crisi è quella di chiudere alcuni stabilimenti ed effettuare licenziamenti di massa. Fiat non può pensare, dopo tutti gli aiuti avuti, di venire a meno al ruolo sociale nei confronti dei propri dipendenti, in quanto si chiudono gli stabilimenti in Italia e si investe in quelli all’estero.

I Sindacati hanno richiesto un tavolo negoziale governativo, per discutere di tutti gli aspetti che possono e devono essere chiariti per garantire i livelli occupazionali nel Gruppo, dato che le prospettive per il 2010, e forse anche per buona parte del 2011, prevedono un enorme ricorso alla cassa integrazione, con pesanti ricadute sul reddito dei lavoratori e contestualmente occorre rinnovare la richiesta di interventi economici alla Fiat e al Governo, e occorrono altresì ammortizzatori sociali adeguati della crisi che stiamo attraversando rivedendo le durate e i contenuti economici superando gli attuali massimali.

I Segretari modenesi di Fim Fiom Uilm e Fismic esprimono l’esigenza di un confronto anche con le istituzioni locali in merito ai rischi di ricadute che tale piano può avere a livello di Modena. A tal proposito hanno inoltrato una richiesta di incontro con il Prefetto di Modena ed il Presidente della provincia.

(Fim/Cisl Fiom/Cgil Uilm/Uil Fismic Modena)