“Carpi è una città nel pieno di una totale trasfigurazione. E il sindaco, il compagno Enrico Campedelli, cosa fa? Dopo aver fatto approvare un capitolino di spesa, da 58.000 euro per i “nomadi stanziali” (finiti così sul groppone dei carpigiani), incontra le comunità islamiche per dare il via ad una serie di iniziative tutte volte ad una (quasi genuflessa) migliore integrazione degli extracomunitari nella città dei Pio, da noi ribatezzata la città ‘del gambero’”.  Ad affermarlo il Consigliere regionale del PDL Enrico Aimi.

Aimi prosegue “per non farsi mancare nulla, festante, sottolinea che «a Carpi circa l’11 per cento della popolazione è composta da cittadini stranieri, e che ciò ha modificato radicalmente il concetto di integrazione nella nostra città. L’incontro di ieri e le iniziative che di concerto abbiamo deciso di avviare assieme ai rappresentanti delle associazioni culturali islamiche sono orientate ad una maggiore integrazione». Almeno e’ stato chiaro e l’annuncio è degno della miglior prima pagina – con titolo a nove colonne – della Pravda”. 

Aimi ha voluto porre l’accento sul “cammino in retromarcia di Carpi. Una città che sta subendo un’ondata migratoria senza precedenti e che, invece di tutelare gli italiani, grazie ad una Giunta degna dei dettami dei migliori manuali sovietici, continua a concentrare sforzi, sacrifici e denaro pubblico a favore degli immigrati. Nonostante la crisi economica internazionale abbia portato difficolta’ ad aziende e famiglie italiane, il Primo Cittadino – ha detto ancora l’esponente del partito di Berlusconi – ha fatto capire da che parte sta . Ma perché – si è chiesto Aimi – la Giunta di Carpi non si rende conto dei danni arrecati al Welfare da questo surplus di immigrazione oramai fuori controllo? Al contrario il Sindaco apre le danze con una sequela di gioiose dichiarazioni sull’aumento degli immigrati. Tutto ciò – ha poi concluso Aimi – ha semplicemente i criteri e il profilo dell’incredibile e, soprattutto, dell’inspiegabile. Mentre Carpi, passo dopo passo, continua a sprofondare lentamente in questo percorso di totale trasfigurazione, i compagni fanno festa e poi, con nonchalance si tappano le orecchie e guardano da un’altra parte, elargendo per di piu’ i primi consigli ai carpigiani : inchinatevi verso la Mecca”.