Cosa sono stati e cosa è accaduto negli anni Settanta? Un periodo recente, complicato, caratterizzato dalla violenza e da un conflitto ideologico di irrimediabile complessità. Un decennio troppo tormentato, terribilmente violento che è necessario cercare di comprendere pena l’ignoranza dell’oggi che da lì deriva strettamente, sia dal punto di vista politico e sociale che da quello biografico delle singole persone.

“Anni Settanta. La memoria dei Figli” è il titolo del nuovo progetto di cooperazione culturale, promosso dall’assessorato Cultura e Università del Comune di Reggio Emilia e realizzato in collaborazione con case editrici, istituzioni e partner europei.

“Sotto la polvere e il sangue della guerra ideologica – afferma l’assessore alla Cultura e Università del Comune di Reggio Emilia Giovanni Catellani – sono presenti fatti, storie familiari, ferite mai rimarginate che non si possono dimenticare. Quelle vicende apparentemente personali riguardano in realtà tutti: perdere un genitore o un proprio caro a causa del terrorismo è un fatto pubblico. Il progetto “Anni Settanta. La memoria dei Figli” – spiega Catellani – è un’occasione per riflettere su quel periodo storico e sulla vicenda cruciale del terrorismo che ha segnato la vita democratica e la cultura civile del nostro Paese e suo malgrado la città di Reggio Emilia”.

Domani – domenica 14 febbraio 2010 – alle ore 21, a Reggio Emilia, nella Biblioteca delle arti, (piazza della Vittoria 5), l’assessore alla Cultura e Università Giovanni Catellani aprirà ufficialmente il progetto con Benedetta Tobagi, figlia di Walter Tobagi, che interverrà sul suo libro Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre (Einaudi editore). Conduce la giornalista Sara di Antonio.

Walter Tobagi morì a Milano il 28 maggio 1980, assassinato sotto casa da una semisconosciuta formazione terroristica, nata alcuni anni prima, la «Brigata XXVIII marzo». Tobagi era una delle firme più prestigiose del «Corriere della Sera», era uno storico e il presidente del sindacato dei giornalisti lombardi. Aveva trentatre anni. La figlia Benedetta ( Milano 1977), che ne aveva tre, era lì con lui. Una volta cresciuta, la figlia ha deciso di andare alla scoperta di questo padre immensamente amato, e ne ha raccolto ogni traccia. Nel libro con forza e con delicatezza, l’autrice, laureata in filosofia, impegnata nella produzione audiovisiva e negli studi storici, ricostruisce la figura pubblica e privata del padre in un racconto che intreccia spietate vibrazioni intime ad analisi storiche lucide e rigorose. L’autrice ha scavato fra le carte professionali come fra quelle intime. Ha ascoltato i ricordi di chi ha conosciuto il padre, ha letto e studiato gli atti processuali, con rabbia, amarezza e tanta voglia di capire un periodo complesso come gli anni Settanta. E lo ha analizzato con rigore, cercando il distacco dello storico.

Ne è scaturito un libro tenero e terribile, in cui si muovono figure e personaggi diversi; in cui riecheggiano voci forti e silenzi senza fondo, gioie familiari perdute e ferite mai rimarginate. E dove si intrecciano analisi storiche lucide e dettagliate e, per questo, spesso desolanti.

“Anni Settanta Le memorie dei figli” proseguirà con un nuovo appuntamento a marzo: il 31 al cinema Rosebud si terrà l’incontro con Giovanna Gagliardo, autrice del documentario “Vittime” (produzione: Rai Cinema, OffSide, in collaborazione con Rai Teche), realizzato nel 2009 su iniziativa dell’AIVITER-Associazione Italiana Vittime del Terrorismo – ed ideato con l’obiettivo di ricostruire gli anni del terrorismo nel nostro Paese. Le cifre tra il 1969 e la fine degli anni ’80, parlano da sole: 12.770 gli episodi di violenza terroristica, di attentati e di stragi (Piazza Fontana a Milano, Gioia Tauro, Peteano, Brescia, l’Italicus, Bologna, il Rapido 904) con 5390 feriti e 342 morti, una media di 5 attentati al giorno.

La regista ha scelto di raccontare gli avvenimenti a ritroso. Trent’anni della nostra storia raccontati in un percorso che parte dal 2003 – nel giorno dell’uccisione dell’agente di Polizia ferroviaria Petri – e si conclude il 12 dicembre 1969 con la strage di Piazza Fontana a Milano. Con un’idea su tutte: restituire la memoria ai sopravvissuti, ai familiari e alle vittime del terrorismo. Il documentario riunisce una ventina di testimonianze che, con l’aiuto e il supporto visivo dei notiziari di allora, ricostruiscono i fatti e la memoria di quelle tragiche giornate. Percorsi personali, quasi privati, che restituiscono, insieme alle personalità, i progetti e le idee degli uomini e delle donne a cui è stata spezzata la vita; il dolore e il lutto dei parenti, la loro solitudine, e la coscienza certa che il loro destino è un fatto che riguarda tutti noi.

Info: tel. 0522 456785