Siglato l’accordo generale per il triennio 2010-2012 in materia di servizi ambulatoriali, residenziali e semiresidenziali erogati a persone con problemi di dipendenza patologica, tra l’assessore regionale alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni e il presidente del Coordinamento Enti ausiliari dell’Emilia-Romagna Ivan Mario Cipressi.

Programmazione congiunta, istituzione di un fondo per la sperimentazione di servizi innovativi di prevenzione e di facilitazione all’accesso, consolidamento dell’appropriatezza e della qualità dei servizi offerti anche attraverso specifiche attività di formazione, adeguamento delle tariffe per inserimenti di pazienti in strutture: questi, in sintesi, i contenuti dell’accordo, siglato dopo aver positivamente valutato i risultati ottenuti con gli accordi precedenti, in particolare riguardo all’appropriatezza degli invii di pazienti in strutture residenziali e semiresidenziali, al rispetto della spesa programmata, alla realizzazione di un comune sistema informativo. In questi anni inoltre, e l’accordo ne sottolinea “l’impatto positivo in termini di incremento di qualità del sistema”, si è concluso il processo di accreditamento istituzionale per tutte le strutture ambulatoriali, residenziali e semiresidenziali che hanno deciso di operare per conto del Servizio sanitario regionale e di rispondere quindi a precisi standard di qualità dei servizi resi. Questo rafforza ed eleva la qualità delle relazioni tra i servizi pubblici e gli stessi Enti ausiliari.

“Dopo il completamento del processo di accreditamento, l’accordo che abbiamo siglato – ha commentato l’assessore Bissoni – qualifica ulteriormente l’offerta con una maggiore integrazione tra i SerT e i servizi del privato sociale accreditato, una maggiore professionalizzazione del sistema, la sperimentazione di servizi innovativi che sappiano meglio intercettare i nuovi fenomeni di consumo e i bisogni di assistenza. L’accordo dimostra come il rapporto pubblico-privato in questa Regione sia oggi un caposaldo nella costruzione della rete integrata dei servizi”.

“Dal 2002, anno nel quale fu siglato il primo accordo, ad oggi – ha aggiunto Bissoni – le risorse regionali destinate agli Enti ausiliari sono aumentate, passando da circa 11,6 a 14,2 milioni di euro nel 2008, a conferma dell’investimento della Regione in un settore che rischia di essere considerato come marginale. Il riconoscimento economico previsto per il prossimo triennio porterà le risorse a disposizione a circa 16,5 milioni”.

L’accordo definisce le modalità di accesso ai servizi ambulatoriali di accoglienza e diagnosi (per accesso diretto o su invio del SerT dell’Azienda Usl di residenza), le modalità di utilizzo delle strutture residenziali a partire dalla considerazione, condivisa, che la capacità ricettiva attualmente presente è ampiamente sufficiente a coprire il fabbisogno e che, qualora si evidenzi la necessità di dotarsi di nuove tipologie di intervento residenziale e semiresidenziale, si procederà con riconversioni di strutture esistenti o di parti delle stesse. Il fondo per la sperimentazione di servizi innovativi e per facilitare l’accesso, pari a 600mila euro, dovrà servire a sviluppare nuove forme di contatto con i giovani utilizzando anche il web e servizi accessibili in orari serali o in giornate festive.

L’accordo inoltre sancisce l’impegno della Regione a organizzare iniziative di formazione per gli operatori coinvolgendo tutte le strutture accreditate del sistema, con priorità a un percorso formativo sulla tecnica dell’audit clinico, in particolare in relazione agli abbandoni precoci dei percorsi di cura.

Oltre alla programmazione dei servizi, Regione, Aziende Usl e Enti ausiliari condividono il sistema di monitoraggio dell’accordo e dei risultati via via ottenuti. Specifici tavoli sono istituiti a livello regionale e territoriale.

Le persone prese in carico, le strutture degli Enti ausiliari

Nel 2008 sono state quasi 2.500 le persone con tossico o alcol dipendenza (82,8% maschi, 17,2% femmine, età media 35 anni) che hanno seguito un trattamento terapeutico riabilitativo nelle strutture gestite da Enti ausiliari che hanno aderito all’accordo, di questi il 65% è inserito in Comunità terapeutico-riabilitative (strutture con presenza di psicologi), il 18,4% in Comunità pedagogico-riabilitative (con presenza di educatori), il 24% in Centri di osservazione e diagnosi (con presenza di psicologi, psichiatri, infermieri), il 4,6% in strutture di “doppia diagnosi” (strutture che accolgono persone con problemi psichiatrici oltre che di dipendenza patologica), il 3,9% in strutture “madre-bambino” che accolgono mamme con dipendenza patologica con loro figli.

Le strutture degli Enti ausiliari che aderiscono all’accordo sono 68, di cui 67 residenziali o semiresidenziali, 1 ambulatoriale per accoglienza e diagnosi.

I posti sono complessivamente 1.534: il 57,7% a tipologia terapeutico-riabilitativa, il 23,1% a tipologia pedagogico-riabilitativa, l’ 8,6% a tipologia osservazione e diagnosi, il 3,8% a tipologia “doppia diagnosi”, il 6,7% a tipologia “madre-bambino”.