Più 1,5% nel 2011 (+1,1% dato nazionale). Si tratta di scenari di previsione che ogni tre mesi elabora l’Ufficio statistica della Regione su dati Prometeia. Quello che fa ben sperare, nell’ultimo rapporto (dati a febbraio 2010), e’ la revisione in senso migliorativo rispetto a quella tracciata in novembre. Il minore calo del Pil regionale nel 2009 risulta pari a 0,2 punti percentuali.Mentre la maggiore accelerazione attesa per il 2010 è valutata in 0,4 punti percentuali. La previsione per il 2011, poi, vede un’espansione dell’economia dell’1,5 per cento, dopo l’1,3% per cento del 2010.

La domanda interna dell’Emilia-Romagna, nel 2009, viene stimata in maggiore flessione rispetto a novembre, ma le variazioni sono minime (e comunque il calo della spesa per consumi delle famiglie è inferiore rispetto al dato Paese). Per il 2011, però, si prevede un’accelerazione dell’1,2% per la domanda interna regionale, cui contribuiscono una moderata crescita dei consumi e un recupero più consistente degli investimenti.

E l’export? Per il 2010 si ipotizza una crescita di esportazioni ed importazioni di beni rispettivamente al 4,8% e al 2,2%. E nel 2011 è attesa un’ulteriore accelerazione: export reale a +4,1%. E se nel biennio 2010-2011 il recupero della redditività sarà generalizzato a tutti i settori dell’economia regionale, a fare eccezione sarà però il comparto delle costruzioni, che nel 2010 mostreranno un altro calo. Un qualche miglioramento si avrà anche nel settore agricolo, ma “per l’espulsione di forza lavoro in entrambi gli anni”, si legge nel rapporto.

Il numero delle persone impiegate nei servizi, nel 2011, dovrebbe invece crescere. In generale, fino al 2010 si assisterà a una contrazione del numero di occupati, che nel 2011 tornera’ ad aumentare. E’ presto pero’ per cantare vittoria: il tasso di occupazione, infatti, per la contestuale maggiore crescita della popolazione, non crescerà.

La carenza di lavoro assumerà dimensioni sempre più rilevanti: dopo aver toccato il 3,2% nel 2008, il tasso di disoccupazione viene stimato al 3,5% nel 2009, con la previsione di raggiungere il 4,9% nel 2010 e il 5% del 2011 (valore regionale che risulterebbe inferiore di oltre quattro punti percentuali rispetto a quello del Paese).

L’incremento del tasso di disoccupazione è da collegare all’aumento del numero di persone in cerca di occupazione: circa 71.000 persone nel 2009, oltre 100.000 unita’ nel 2010. Significa che tra il 2008 e il 2010, si registrano 36.000 persone in più senza occupazione. Il pesante ricorso alla cassa integrazione, in Emilia-Romagna, ha in parte alleviato, finora, l’impatto della crescita dei disoccupati: nel 2009 sono state circa 65 milioni le ore concesse dall’Inps tra cassa ordinaria, straordinaria e in edilizia (60,8% di cassa ordinaria, con valenza congiunturale).

Per quanto riguarda, infine, gli ammortizzatori sociali in deroga, a livello territoriale c’è stata una concentrazione degli accordi sindacali là dove erano presenti più imprese manifatturiere: a Bologna il 25,2% degli accordi, Modena 21,9%, Reggio Emilia 16,3%. Hanno fatto un uso piu’ limitato di questo strumento le altre province, come Parma, ferma al 4,4%, e Piacenza, ultima, con solo il 3,8% degli accordi sindacali regionali.