Attività illecite dei detenuti, come la gestione di scommesse sulle partite di calcio e il possesso di un telefono cellulare, sono state riscontrate negli ultimi giorni dagli agenti della polizia penitenziaria nel carcere Sant’Anna di Modena. Lo rende noto Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del SAPPE, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. ”Attraverso la raccolta e l’analisi di alcuni dati, spesso in codice – precisa Durante – è stato possibile scoprire che dei detenuti, comunicando tra loro anche da reparti detentivi diversi, organizzavano scommesse che avrebbero potuto determinare il predominio di alcuni reclusi sugli altri. Attività, questa, vietata dal regolamento interno. In particolare, un detenuto, al quale in passato era stato tolto il lavoro per precedenti attività illecite nell’istituto, raccoglieva le scommesse sulle partite di calcio, facendo da punto di riferimento, e, successivamente, gestiva le vincite e le perdite degli altri reclusi.  La polizia penitenziaria sta ora cercando di capire se c’erano dei pagamenti successivi e in che modo avvenivano, tenuto conto che i reclusi non dispongono direttamente di soldi all’interno del carcere”.

L’altro episodio segnalato da Durante riguarda il ritrovamento di un telefono cellulare, sotto il lavabo di una cella, dove era attaccato con il nastro adesivo. ”Tale episodio – precisa – era stato preceduto dal ritrovamento, al di fuori del reparto detentivo, di una scheda sim. Sono in corso accertamenti, per verificare se il telefono cellulare e la scheda sim abbiano una connessione tra loro, se siano stati usati e per quali fini.

Questi episodi – conclude il segretario generale aggiunto del SAPPE – dimostrano come sia sempre più importante il lavoro di intelligence della polizia penitenziaria; lavoro che deve essere strutturato sul territorio, anche al fine di raccogliere elementi utili per la lotta alla criminalità organizzata. Sarebbe opportuno che il Nucleo Investigativo Centrale avesse una propria ramificazione anche sul territorio, attraverso la creazione dei Nuclei Investigativi regionali e locali”.