Viene dall’Università di Bologna il segreto per creare un farmaco anti-obesità privo di effetti collaterali. Nuovi farmaci anti-grasso simili a quello  ritirato dal commercio nel 2008  (farmaco che agendo sul cervello creava problemi di ansia e di depressione) riaccendono le speranze per chi – in Italia sono oltre 4 milioni gli obesi e 16 milioni quelli in sovrappeso – ha non solo chili di troppo ma anche seri problemi di salute strettamente correlati all’obesità, quali diabete, pressione e colesterolo alti e, a lungo andare, infarto e ictus.

Si è infatti scoperto che potrebbero risultare pienamente efficaci anche senza agire sul cervello, ma solo sul resto del corpo. O almeno così accade nei topi, secondo Uberto Pagotto, endocrinologo dell’Università di Bologna, e coordinatore di una ricerca pubblicata sull’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica Cell metabolism. “Il risultato segna un punto di svolta – spiega Pagotto -. Senza azione sul cervello, si elimina infatti il problema degli effetti collaterali sulla psiche. Si tratta quindi di usare farmaci che non vi penetrino, come quelli recentemente sviluppati e già testati con successo sugli animali. Se si dimostrano validi anche sull’uomo il gioco è fatto. Dopo il ritiro, un mese fa, anche dell’altro importante principio attivo in campo contro l’obesità, la sibutramina, la novità risulta ancora più interessante”.

Una nota dell’Università di Bologna spiega che Pagotto e colleghi – un network europeo di scienziati (undici i bolognesi e una ventina, in tutto, gli italiani alcuni dei quali stabilmente all?estero) – hanno simulato l’azione anti-grasso dei farmaci su una popolazione di circa 180 topi. Li hanno divisi in quattro gruppi: uno ha continuato a seguire una dieta magra, come gruppo di controllo, gli altri tre una dieta super-calorica. Di questi, il gruppo che non ha virtualmente assunto alcun farmaco ha aumentato del 30 per cento il grasso corporeo, mentre gli altri due, sia quello che simulava l’assunzione di farmaci ad azione anche cerebrale, che quello che simulava l’assunzione esclusivamente periferica, hanno mantenuto il peso iniziale, senza scostarsi da quelli a dieta magra, nonché livelli più contenuti di colesterolo (-27%), glicemia (-28%) e trigliceridi (-50%).

Da qui la dimostrazione che l’efficacia delle molecole anti-grasso non è solo legata all’azione encefalica, ma può manifestarsi anche a livello periferico, interagendo con le terminazioni nervose del tessuto adiposo, del fegato e dei muscoli. Si parla di simulazione perché gli scienziati, a dire il vero, non hanno fatto ricorso a farmaci, ma a topini geneticamente modificati, appositamente generati nei laboratori di Bordeaux da Giovanni Marsicano e di Magonza da Beat Lutz, e studiati presso il Centro di ricerca biomedica applicata del policlinico Sant’Orsola di Bologna, presso la cui Unità operativa di endocrinologia sono attivi Pagotto e altri studiosi.