Il nuovo nemico, per quanto riguarda il consumo problematico di alcol, si chiama “binge drinking”, come confermano le nuove ricerche in materia. Importato dai paesi nordici e diffuso soprattutto fra i giovani, consiste nell’assunzione di più bicchieri di alcolici a stomaco vuoto, concentrati nello spazio di poche ore, con lo scopo di raggiungere uno stato di ebbrezza. Contro questa modalità di consumo, così come contro un certo modo di vivere l’aperitivo e l’happy hour, è stata concepita la campagna di prevenzione “C’è modo e modo di essere happy. Alcol, il piacere è nei limiti”, ideata dalle Aziende sanitarie modenesi e partita la scorsa settimana con una serie di appuntamenti in tutto il territorio provinciale.

Centri alcologici

I nuovi dati relativi all’attività dei 7 Centri alcologici distrettuali dimostrano che l’attività dei servizi impegnati nella cura dei disagi provocati dall’alcol è in aumento: dal 1996, primo anno di vita dei Centri con 189 casi, l’aumento degli utenti è stato costante. Nel 2009 i centri – dove sono all’opera equipe di professionisti formate da medici, psicologi, infermieri, educatori e assistenti sociali per garantire gli interventi di prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi da uso di alcol – complessivamente hanno offerto consulenze a 1.127 persone con problematiche di consumo di alcol, e hanno seguito con programmi personalizzati 845 persone – 640 uomini e 205 donne – con alcoldipendenza; di questi, 236 sono risultati nuovi utenti visti per la prima volta nel corso dell’anno. Rispetto al 2008, l’aumento delle persone prese in carico è stato del 9,3%, cioè 216 in più.

Consumo problematico

In base ai dati 2008 dello studio Passi, si stima poi che in provincia di Modena le persone con dipendenza da alcol siano almeno 8.000 e che i consumatori problematici siano non meno di 80.000. Rientrano nel profilo di consumatori ad alto rischio e/o problematici quei bevitori che eccedono quotidianamente nei consumi dai limiti indicati dall’OMS, cioè per i maschi due unità alcoliche e per le femmine un’unità alcolica al giorno (un’unità alcolica corrisponde a una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore), quelli che assumono alcol fuori pasto almeno una volta alla settimana e quelli che presentano con una ricorrenza almeno mensile un episodio di binge drinking. Oltre alle note conseguenze in fatto di incidenti stradali – l’alcol rappresenta la prima causa di morte tra i giovani per gli incidenti stradali –, è opportuno ricordare anche che l’OMS ha individuato circa 60 patologie correlabili all’alcol, non soltanto in termini di abuso, ma anche di semplice consumo, problematico e protratto, oppure occasionale ma non moderato.

Binge drinking

I dati 2008 dello studio Passi, condotto su un campione rappresentativo della popolazione della provincia di Modena, hanno evidenziato che i bevitori problematici sono circa il 25% del totale e in particolare: il 16% è classificato come forte bevitore che eccede rispetto alla soglia giornaliera indicata dall’OMS; il 9% consuma alcol prevalentemente o almeno con regolarità settimanale fuori pasto a stomaco vuoto; il 7% è classificato come bevitore “binge” ovvero quale consumatore che almeno una volta al mese beve in modo compulsivo in 2 o 3 ore 6 o più unità alcoliche raggiungendo uno stato d’ebbrezza o di ubriacatura.

Riguardo al fenomeno del binge drinking, in particolare, tra i giovani di 18-24 e 25-29 anni rispettivamente il 14,9% e il 14,4% presentano almeno mensilmente un episodio di questo tipo nell’ultimo anno, con punte massime del 22,1% tra i maschi di 18-24 anni. Si consideri inoltre che un recente studio epidemiologico, effettuato nel distretto di Sassuolo su un campione di 705 giovani di età compresa tra i 15 e i 20 anni, ha evidenziato che il 20% e il 9% di questi dichiarava che nell’ultimo mese aveva consumato bevande alcoliche con modalità binge rispettivamente almeno una e tre volte.

“C’è modo e modo di essere happy. Alcol, il piacere è nei limiti”

La campagna di prevenzione promossa dalle Aziende sanitarie modenesi “C’è modo e modo di essere happy. Alcol, il piacere è nei limiti” – che si svolge in una trentina fra locali, circoli e scuole fino alla fine del mese di aprile (il programma completo è sul sito www.ppsmodena.it) – è sostenuta dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria ed è realizzata insieme ai gruppi di auto-aiuto attivi sul territorio provinciale (Alcolisti Anonimi, Associazioni Club Alcolisti in Trattamento, Al-ANON), col coinvolgimento di Comuni, associazioni di volontariato e gestori di locali e in collaborazione con Ordine dei Medici, Ordine dei Farmacisti, Federfarma Modena e Farmacie comunali di Modena S.p.A. Tale campagna ha visto come anteprima nel mese di marzo la realizzazione di un corso sulle “nuove frontiere del bere“ promosso dalla Regione e organizzato in collaborazione tra Ascom-Confcommercio, Confesercenti, Azienda USL e Polizia Municipale di Modena: obiettivo del corso, diretto a gestori di locali e barman, è la sensibilizzazione degli addetti del settore sulle tematiche inerenti al consumo rischioso di alcol.

Sondaggio tra i barman

I primi dati di un sondaggio condotto fra i 18 partecipanti al corso – 7 barman in discoteca, 4 in disco-pub, 4 in bar, 2 in ristoranti e 1 in hotel – hanno evidenziato, per quanto riguarda le caratteristiche della clientela, una serie di elementi: per 13 barman la maggior parte dei clienti ha un’età compresa fra i 18 e i 30 anni, le bevande più vendute sono quelle alcoliche, mentre la classifica delle bevande vendute vede in testa i superalcolici seguiti da cocktail, birra, aperitivi e vino.