Domani, sabato 17 aprile, alle ore 17.30 nella sala esposizioni Giuseppe Campori della Biblioteca Estense Universitaria di Modena sarà presentato al pubblico, alla presenza del Sindaco Giorgio Pighi, del direttore della Biblioteca Luca Bellingeri, dell’editore Mauro Bini e degli autori del commentario, il facsimile del manoscritto miniato De Sphaera. L’opera è edita da Il Bulino edizioni d’arte.

L’evento è inserito nelle manifestazioni della XII Settimana della Cultura promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Il codice noto come De Sphaera, tra i più importanti conservati presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena, è un’autentica opera d’arte e al tempo stesso un validissimo documento di cultura. Miniato per la corte di Milano da un raffinato artista di scuola lombarda (Cristoforo De Predis?), pervenne agli Estensi di Ferrara nell’ambito dei frequenti scambi culturali con la corte sforzesca. Il codice riassume, con impareggiabile eleganza, il sapere astrologico e astronomico dell’epoca ed è testimone del credito raggiunto dalla fede negli astri presso le corti più potenti e raffinate. Il De Sphaera aggiunge lustro a un filone già proficuo, quello della iconografia planetaria e zodiacale, con la bellezza delle sue miniature e i versi rimati degli oroscopi.

Il sistema illustrativo presenta 15 tavole interamente miniate di alto valore pittorico. Le miniature esemplificano, su due pagine affiancate, gli effetti che, nelle varie sfere d’influenza a loro sottoposte, i pianeti hanno sulla vita degli uomini. Nelle parti iniziale e finale del codice il miniatore, influenzato dalle conoscenze scientifiche del Sacrobosco, ha disegnato il sapere astronomico in età umanistica.

È stato possibile realizzare il facsimile, edito in 999 esemplari numerati, grazie alla autorizzazione concessa dal Ministero e dalla Biblioteca Estense di Modena. Il progetto ha previsto pure la redazione di un commentario di studi completamente innovativo che comprende saggi di Gianni Venturi, dell’Università di Firenze e direttore dell’Istituto Studi Rinascimentali di Ferrara, Annalisa Battini, bibliotecaria alla Biblioteca Estense di Modena, Giovanna Lazzi, direttrice della Biblioteca Riccardiana di Firenze, Marco Bertozzi e Manuela Incerti, docenti all’Università di Ferrara. A quest’ultima si devono ricerche molto approfondite di archeo-astronomia allo scopo di permettere una lettura sinottica delle tavole del De Sphaera con quelle di numerosi manoscritti e incunaboli coevi e di comprendere i significati dei grafici quattrocenteschi.

La riproduzione in facsimile rappresenta l’occasione di rendere disponibile ad un vasto pubblico il prezioso volume e anche di favorire la conoscenza dell’immenso patrimonio della Biblioteca Estense Universitaria che vanta una delle più straordinarie raccolte di volumi, opuscoli, manoscritti musicali, codici miniati, cinquecentine e rari incunaboli. Le raccolte principali si dividono in tre nuclei: l’Antico fondo degli Estensi, la Raccolta Campori e il Carteggio Muratoriano.

Nonostante distruzioni e perdite, la consistenza dei fondi e la preziosità dei singoli pezzi rimangono di qualità altissima, testimoniata dalla mostra permanente di preziosi codici miniati, capolavori realizzati da scuole italiane e straniere. Si possono ammirare oltre al De Sphaera, la stupenda e famosissima Bibbia di Borso d’Este, miniata da Taddeo Crivelli alla metà del Quattrocento; la Carta del Cantino, 1502, prima testimonianza miniata della scoperta dell’America; il Planisfero Castiglioni, Siviglia 1525, prima rappresentazione grafica del viaggio intorno al mondo di Magellano; il Libro d’ore di Modena, capolavoro della miniatura gotica lombarda; l’Apocalisse estense, libro xilografico completamente illustrato e colorato a mano di area renana di metà ‘400.

De Sphaera è uno dei titoli di Ars Illuminandi, la collana di facsimili pubblicata da Il Bulino edizioni d’arte, che riunisce i gioielli dell’arte miniata medievale e rinascimentale italiana ed europea, riprodotti integralmente e con la massima fedeltà, con l’obiettivo di restituire alla collettività capolavori di una grande stagione artistica , ma anche di valorizzare il patrimonio librario delle istituzioni locali e nazionali, aprendole alla conoscenza e alla curiosità di un pubblico non solo specialistico.