La decisione di avviare la chiusura delle Officine OGR non può essere appresa dai giornali a posteriori: è un fatto grave che le Ferrovie non abbiano sentito la necessità di informare preventivamente le Istituzioni locali. Prima di tutto per le preoccupazioni che questa decisione impone per l’occupazione e la tutela delle professionalità dei lavoratori direttamente interessati, ma anche per il colpo che la chiusura delle Officine infliggerebbe al sistema produttivo della nostra città.

Sulla base delle notizie di stampa e delle dichiarazioni delle RSU dell’OGR, si tratterebbe di una scelta logistica da parte delle Ferrovie, per una dislocazione dei poli di manutenzione a Vicenza e a Foggia.

Questa scelta va motivata e spiegata, perché in contrasto con la centralità di smistamento del nodo ferroviario bolognese, di indubbia rilevanza nazionale.

Voglio aggiungere, a futura memoria e per esserne stato diretto protagonista, in qualità di allora assessore all’Urbanistica del Comune di Bologna, che le Ferrovie hanno siglato un Accordo territoriale con la Regione Emilia-Romagna, la Provincia e il Comune di Bologna per la riqualificazione delle aree ferroviarie e la realizzazione della nuova Stazione. Durante gli incontri preliminari e prima della firma dell’Accordo, approvato dal Consiglio comunale (2005-2006), chiedemmo alle Ferrovie se avessero intenzione di dismettere le officine OGR o meno. Ci fu risposto di no. Gli accordi escludono l’area dell’attuale officina OGR da iniziative di dismissione e valorizzazione urbanistica. Infatti il PSC approvato conferma la destinazione urbanistica attuale dell’area delle officine. Ancora più in chiaro: non sono possibili valorizzazioni urbanistiche verso la residenza in base al Piano Strutturale approvato.

Affermare che la dismissione eventuale delle Officine OGR servirebbe a contribuire come valore immobiliare alla costruzione della nuova Stazione contrasta con l’accordo richiamato, che già prevede il finanziamento della nuova Stazione attraverso la valorizzazione delle aree ferroviarie dismesse comprese nell’accordo.

Ritengo perciò importante che le Istituzioni e le Organizzazioni sindacali siano coinvolte preventivamente e non messe di fronte al fatto compiuto.

Nella città di Bologna ci sono localizzazioni alternative adeguate ad un rinnovato impianto di manutenzione: penso ad esempio all’area dello scalo merci di San Donato, da tempo oltretutto oggetto di proposte di riconversione.

Da Presidente del Consiglio Provinciale sono certo che tutte le forze politiche e i parlamentari bolognesi saranno uniti nel chiedere chiarezza e un futuro per le Officine OGR a Bologna.

(Il Presidente del Consiglio, Virginio Merola)