In riferimento agli articoli usciti sulla stampa nazionale nei giorni scorsi, il Consorzio Aceto Balsamico di Modena desidera prendere una chiara posizione.

Innanzitutto, il Consorzio plaude all’azione di controllo e repressione messa in atto, come tante altre, dal Nucleo Anti Sofisticazioni dei Carabinieri di Parma: dalla registrazione europea dell’IGP per l’Aceto Balsamico di Modena, infatti, si sono attivati a più riprese con precisione e solerzia per il rispetto del disciplinare, e per reprimere le numerose frodi e le contraffazioni.

Grande apprezzamento anche per la rinnovata e forte denuncia dimostrata dal Ministro Giancarlo Galan, il quale non ha peraltro esitato a sottolineare come molti degli attacchi alle specialità agroalimentari italiane provengano proprio da Paesi della stessa Comunità Europea, quelli che in realtà sarebbero i più soggetti al rispetto delle regole statuite con le registrazioni di IGP e DOP.

“Spiace però notare come, partendo da una notizia positiva come il sequestro di Aceto Balsamico di Modena prodotto in Austria – dichiara il Presidente Consorzio Aceto Balsamico di Modena Cesare Mazzetti – gli articoli pubblicati si siano addentrati in una serie di considerazioni sul prodotto che, oltre ad essere poco chiare, inducono in confusione il lettore, tra l’altro rappresentando una ‘guerra’ tra prodotti e produttori che in realtà non esiste”.

“Infatti non c’è nessuna guerra, – continua Mazzetti – si tratta di prodotti diversi che provengono dalla stessa radice storica e culturale, con regole produttive consacrate dal tempo e dalle diverse leggi che li hanno poi fissati entro canoni precisi. Da una parte i due ‘Tradizionali’, fatti solo con mosto locale e con decenni di invecchiamento, dalla produzione giocoforza limitata; dall’altra parte l’Aceto Balsamico di Modena (senza l’aggettivo ‘Tradizionale’) che ha conquistato i palati – e i mercati – di tutto il mondo, per il quale l’invecchiamento in botte è ridotto, e nel quale rientra anche l’aceto di vino come ingrediente. Null’altro può esservi aggiunto, se non una minima percentuale di caramello per stabilizzarne il colore. Al contrario dei due ‘Tradizionali’, i mosti per l’aceto IGP possono provenire da zone anche lontane dall’area produttiva, ma ciò non deve scandalizzare: situazioni identiche si trovano per molte altre specialità IGP (come la Bresaola della Valtellina e la Mortadella di Bologna, per esempio), e ciò è stato posto ai produttori italiani da alcuni Paesi europei come condizione indispensabile per ottenere il loro benestare alla registrazione: un compromesso contro il quale il Consorzio Aceto Balsamico di Modena e i suoi associati si sono battuti fino in fondo, dovendo purtroppo alla fine soccombere”.

“Infine – conclude il Presidente Mazzetti – in merito alla costituzione di un Consorzio riconosciuto per la Tutela anche per l’Aceto Balsamico di Modena IGP, si rappresenta che la mancanza di tale riconoscimento – per il quale il Consorzio Aceto balsamico di Modena sta comunque lavorando – non costituisce alcun impedimento per le Istituzioni a mettere in atto le doverose azioni di tutela e difesa del prodotto dalle crescenti imitazioni, così come dimostra la stessa, lodevole operazione dei NAS di Parma”.