Diritti dei lavoratori, occupazione, formazione, e soprattutto contrasto dell’abusivismo sul lavoro: temi ‘caldi’ in tempo di crisi e di serrata competizione non solo globale, ma anche locale, per tutte quelle piccole e piccolissime imprese, ossatura portante dell’economia modenese e particolarmente sentiti da Confesercenti Modena.

“Parliamo di capitale umano da mantenere e qualificare – spiega Stefania Benassati Toraci responsabile delle relazioni sindacali per Confesercenti Modena – per continuare ad essere competitivi nonostante la crisi e di fronte alle sfide che pone il mercato”.

CONTRATTAZIONE E DIRITTI

Il rinnovo di contratti aziendali anche nei settori terziario e turismo in molte aziende è difficoltoso. “I costi aziendali determinati dalla presenza in azienda di trattamenti integrativi ai contratti nazionali vengono dalle imprese di norma mantenuti, salvo i casi ad esempio di alcune aziende nazionali della grande distribuzione che a fronte di un calo dei consumi stanno procedendo ad inviare formali disdette. Non è solamente il comparto manifatturiero a verificare la sostenibilità dell’attuale costo del lavoro ma anche tutti quegli altri settori che risentono comunque della contrazione dei consumi. Rispetto alla struttura della contrattazione, riteniamo importante garantire ai lavoratori livelli salariali adeguati e alle imprese la necessaria flessibilità e produttività facendo leva sui contratti di secondo livello, applicati già in molte imprese e da implementare ulteriormente. Le aziende si aspettano inoltre interventi aggiuntivi di detassazione e decontribuzione auspicando una riduzione degli oneri sociali che pesano troppo sul costo del lavoro”. Un importante sostegno all’occupazione sarebbe rappresentato dalla auspicabile nonché necessaria riforma del sistema di ammortizzatori sociali omogeneo nelle prestazioni e nella durata per tutte le tipologie di imprese, riconoscendo in tal senso maggior uguaglianza ai lavoratori, anche con l’intervento degli enti bilaterali contrattuali e con coperture ulteriori per quelle situazioni aziendali più critiche”.

FORMAZIONE E AUTO IMPRENDITORIALITA’

“La formazione è l’elemento in più su cui fare perno, per qualificare i lavoratori a rischio di espulsione o già espulsi dal mercato del lavoro e monitorare con tavoli tecnici periodici, tra associazioni datoriali, enti di formazione e Provincie/Regioni in modo continuativo l’evolversi delle necessità aziendali. La formazione può inoltre rappresentare un’opportunità anche di auto imprenditorialità nei settori del commercio, dei pubblici esercizi, dei servizi”.