La V giornata nazionale di Additive Manufacturing & Reverse Engineering concluderà l’assemblea generale dell’Associazione Italiana di Tecnologia Meccanica (AITeM) iniziata oggi lunedì 6 settembre 2010, che quest’anno viene ospitata presso i locali della Facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena (via Vignolese 905) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

L’importante appuntamento scientifico-tecnologico, che si svolge nella forma di workshop e che occuperà le giornate di lunedì 6 e martedì 7 settembre, è un omaggio che il mondo accademico e della ricerca ha voluto riservare alla facoltà modenese che nel 2010 festeggia il ventennale della sua nascita.

AITeM raccoglie la quasi totalità del corpo docente e dei ricercatori italiani che si occupano di tecnologia e rappresenta, nel suo insieme, la massima espressione della ricerca italiana nel settore produttivo. L’AITeM costituisce un luogo di incontro, un crogiolo, nel quale gli operatori della Ricerca e dell’Innovazione, aziende manifatturiere, università, altri Enti Pubblici della Ricerca, ma anche professionisti ed altri esperti, si confrontano sulle problematiche più urgenti del settore, scambiando informazioni, promuovendo e mettendo a punto nuovi progetti di Ricerca e di Sviluppo.

“L’individuazione di Modena come sede del workshop – afferma il prof. Andrea Gatto, docente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – riveste una duplice valenza, da un lato si evidenzia la peculiarità di una zona in cui convivono eccellenze della produzione meccanica di dimensione molto diversa, dalla piccola impresa specializzata nella produzione di alta precisione alla grande impresa capace di primeggiare a livello mondiale nell’autovettura sportiva. Dall’altra si nota la grande integrazione tra realtà di ricerca pubblica, privata, centri di servizi e amministrazioni locali. Questo ne fa il terreno <topograficamente< ideale per un confronto ad ampio respiro di reale azione di indirizzo, più confacente alla tipologia di realtà produttiva propria del nostro Paese”.

Tema centrale degli incontri che occuperanno i lavori delle due giornate sarà “La domanda di ricerca da parte dell’industria italiana, cosa l’industria chiede all’Università”, ovvero il rapporto tra esigenza di ricerca del mondo produttivo e potenzialità dell’Università. Oltre ai numerosi docenti e ricercatori presesnti saranno coinvolti nelle discussioni anche esponenti di Confindustria Modena e rappresentanti del mondo imprenditoriale emiliano.

Come si diceva questo appuntamento sarà concluso con una giornata, mercoledì 8 settembre, sempre presso i locali della Facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena (via Vignolese 905) dedicata all’Additive Manufacturing & Reverse Engineering.

La costruzione additiva nasce negli Stati Uniti alla fine degli anni ’80 e viene diffusa in Italia con il nome di prototipazione rapida. Essa si basa sul concetto che ogni manufatto può essere pensato come una serie di strati. Realizzando un oggetto, strato per strato, si trasforma il processo produttivo da tridimensionale a bidimensionale eliminando moltissime attrezzature (per esempio gli stampi) e consentendo la produzione diretta dell’oggetto fisico dal modello ottenuto al CAD. Tale tecnologia diventa quindi applicabile ad ogni settore.

Con lo sviluppo e il progredire dei processi di questo tipo e con l’utilizzo di nuovi materiali la costruzione additiva si sta affermando come reale innovazione tecnologica con applicazioni capaci di incidere effettivamente sulla capacità produttiva, specie per settori strategici come l’aerospaziale ed il biomedicale (importanti casi saranno trattati durante la giornata), oltre che l’automotive. Per esempio le protesi acustiche e le cappette in cromo-cobalto per applicazioni odontoiatriche vedono una larga applicazione di queste tecnologie.

“Il nostro Ateneo ed il gruppo di Tecnologia e Sistemi di Lavorazione – afferma il prof. Andrea Gatto della Facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena – sono coinvolti in un progetto di rilevante interesse nazionale (PRIN) per la produzione di un micro supporto biodegradabile su cui far crescere una tiroide artificiale”.

Il termine reverse engineering definisce una serie di tecnologie che “traducono” un oggetto fisico in una nuvola di punti virtuale e gestibile tramite software, tale nuvola di punti può essere elaborata per ricostruire un modello al Cad (molto utile per trasformare un oggetto di design, per esempio un modellino in plastilina, prodotto da uno stilista in un modello matematico gestibile con normali processi produttivi) oppure per confrontare un prodotto con il suo disegno CAD di origine.

“La reverse engineering, intesa come capacità di misurare un oggetto guardandolo, – dice il prof. Andrea Gatto – sta portando una vera rivoluzione nel mondo del controllo di processo”.

Grazie alle attività dell’Associazione Nazionale di Prototipazione Rapida APRI (con seda Milano), del gruppo di Tecnologia e Sistemi di Lavorazione di Modena (che costituisce un polo di eccellenza riconosciuto a livello internazionale) e della Presidenza della Facoltà “Enzo Ferrari” viene così riportata a Modena una iniziativa che ha visto lo svolgimento presso la Facoltà di Ingegneria di Modena delle prime tre edizioni e che costituisce un punto di incontro della ricerca più avanzata sia industriale che accademica.

Il riportare a Modena tale iniziativa, la cui scorsa edizione si è svolta a Torino, ribadisce l’importanza del mondo produttivo delle piccole e medie imprese, anche nella azione di trascinamento innovativo nel confronto dell’intero Paese.

L’Associazione Italiana Prototipazione Rapida (APRI) è un’associazione, senza fini di lucro, che persegue gli obiettivi della divulgazione tecnica e scientifica dei processi di Prototipazione Rapida e, più in generale, delle Tecniche di Time Compression. Essa è stata fondata nell’ottobre 1996 da 51 operatori del settore, ha sede a Milano presso UCIMU e attualmente conta poco meno di un centinaio di aderenti. Organo ufficiale dell’associazione è la rivista Rapid Product Development.