Informare è resistenza. Nell’arena Sputnik di FestaReggio la rassegna degli incontri ravvicinati del terzo tipo a cura dei Giovani Democratici di Reggio Emilia e Arci Solidarietà arriva nel suo apice con “La notte bianca per la libera informazione” e contro la legge bavaglio.

La serata si è aperta con i suoni musicali degli allievi dell’istituto Peri di Reggio Emilia ed è proseguita con una lunga e ininterrotta serie di interventi. La conduzione della serata è stata di Massimiliano Panarari che ha introdotto e sottoposto quesiti agli ospiti presenti. Singolare anche la presenza di Anna Ciammitti che durante l’incontro ha disegnato graffianti vignette sulle tematiche trattate. Il primo a prendere la parola è stato Francesco Clementi docente universitario di Diritto a Perugia che ha letto l’articolo 21 della costituzione sottolineando come “teoricamente non ci siano limiti sull’informazione se non quello del buon costume”. Per Clementi il buon modello di informazione è “informare, essere informati e potersi informare”. Essenziale inoltre per il docente universitario il sistema pluralista e il non-filtraggio delle notizie. Giovanni Rossi, segretario nazionale Fnsi parla di una “dolce dittatura informativa” e di quanto non ci sia stata un adeguata battaglia da parte dei partiti di opposizione contro questo problema di prim’ordine. Rossi sostiene che “di chi è al potere si deve sapere tutto, anche i comportamenti personali”. Il segretario Fnsi conclude il suo intervento ribadendo il no al terrorismo di redazione e si alla tutela e alla regolarità dei giornalisti. Costanze Reuscher, segretaria generale dell’Associazione stampa estera, loda la nostra provincia per alcune iniziative importanti a favore della libera informazione come quella del parco correggese intitolato “Articolo 21”. Il problema fondamentale secondo Costanze Reuscher è che in Italia le informazioni non sono facilmente accessibili. Roberto Morrione direttore di Libera Informazione sottolinea come vi sia “un Italia troppo silenziosa. Questo fa il gioco di Berlusconi e del suo governo”. Anche per quanto riguarda la trattazione di notizie riguardanti la mafia e l’illegalità Morrione è critico, “ci si occupa solo a tratti della mafia e solo degli episodi più rilevanti”. Per Morrione bisogna “fare rete, e non mollare la presa sulla Rai che è un nostro patrimonio pubblico da salvaguardare”. Gabriele Maestri nel suo intervento afferma che Berlusconi non ha monopolizzato solo la televisione ma proprio tutto il sistema e conclude con una provocazione “per avere una buona informazione i giornalisti bisogna anche pagarli”. Momento particolare della serata è stata la presentazione dell’album fotografico di Erik Messori, giovane fotoreporter già vincitore di vari premi internazionali. Messori nel suo breve intervento sottolinea come “la fotografia mostra e non dimostra perché non ne ha bisogno”. Per il saluto finale e la conclusione della serata è salito sul palco Loris Mazzetti docente dell’Università di Reggio Emilia e capo struttura di Rai 3 che ha evidenziato “come la Rai sia entrata in un coma profondo, e i programmi scomodi ad esempio andranno in onda solo se non vi saranno elezioni anticipate”. Mazzetti critica il Mentana del passato definendolo “uno dei capeggiatori della rivolta contro Enzo Biagi” mentre ha parole di elogio per la nuova edizione del tg di la7 che Mentana conduce “sta togliendo share ai telegiornali delle reti ammiraglie e questo rappresenta una speranza per la nascita del terzo polo televisivo”. Secondo Mazzetti l’unico che oggi si sta scatenando, vuole entrare nel digitale terrestre italiano e sta infastidendo non poco il premier è Sky. Loris Mazzetti infine definisce la Rai “azienda in mano ai partiti e finchè la politica ci comanderà dall’interno e non si farà una legge sul conflitto d’interessi la Rai rimarrà solo una vetrina di campagna elettorale”.

Franceschini: “In autunno le battaglie su scuola e welfare universale”

“Ha fatto esplodere in modo irreversibile le contraddizioni della destra”. Dario Franceschini a FestaReggio inizia da qui, valutando il comizio di Gianfranco Fini a Mirabello di Ferrara, la sua “carica” di ottimismo al Pd reggiano. Intervistato da Paolo Pergolizzi e introdotto dall’intervento del segretario del Pd cittadino Luca Vecchi, Franceschini spinge sull’acceleratore: “Dobbiamo dare segnali di ottimismo, mostrando la nostra visione al paese e non cercando la nostra versione sui temi posti dalla destra”. Rilanciando una visione unitaria del partito, annunciando le imminenti battaglie e denunciando ancora una volta l’anomalia del centro destra “made in italy” rispetto a quello di stampo europeo in cui il confronto dialettico interno, ma anche con gli avversarsi è la normalità. Una normalità “inaccettabile per Berlusconi che ha una idea proprietaria malata dello stato”. “Ora – dice ai suoi – il capogruppo alla Camera dobbiamo essere pronti, senza fare confusione. Fini ha detto cose che riguardano la sua storia e il suo campo che sono diversissimi dal nostro. E quindi, il presidente della Camera era e resterà un nostro avversario”. Gli scenari immaginabili secondo Franceschini a questo punto sono due. O la legislatura prosegue tirando a campare oppure, Berlusconi potrebbe essere tentato ad andare al voto con “un colpo di mano che utilizza le storture della legge elettorale”. In questo caso, in cui si fa evidente una “emergenza democratica – spiega – occorre una risposta d’emergenza”. Ovvero, si accantonino le divisioni per fare fronte comune. “Ma su questo siamo tutti d’accordo nel partito”, rassicura. Sulle primarie Franceschini ritiene “autolesionista parlarne ora” perché prima il partito è atteso alle battaglie d’Autunno. Ovvero scuola e welfare universale. Sul primo tema il capogruppo allude ai tagli e parla di “suicidio massimo” insistendo sulla necessità di “investire sul capitale umano” e valorizzare le generazioni. La seconda battaglia autunnale dei democratici sarà per il welfare universale, ovvero la costruzione del sistema di protezione sociale che garantisca i precari, le fasce deboli “che non sono più quelle del secolo scorso”. Secondo Franceschini non è utopia più di quanto lo era negli anni ‘70 la riforma del sistema sanitario che allora “sembrava follia”. Immaginare una protezione di questo tipo “costa allo stato il 15 per cento dell’evasione fiscale”. Il tema del lavoro ritorna nelle parole del deputato Pd quando sottolinea che “le divisioni tra i sindacati sono una responsabilità che pesa sulle spalle di chi li guida. E la nostra azione deve far capire che le divisioni le pagano i lavoratori”.

2010 anno della biodiversità

Domenica alla Sala Dibattiti “Renzo Bonazzi” di FestaReggio si è parlato di biodiversità. L’iniziativa, proposta all’interno della Festa Nazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, ha voluto riprendere il tema più volte avanzato dalle Nazioni Unite nel corso degli ultimi anni. Protagonisti dell’incontro sono stati Susanna Cenni, deputato PD, membro della commissione Agricoltura, Stefano Masini, responsabile per l’ambiente di Coldiretti, Antonello Salis, presidente Cna alimentare Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura Regione Toscana e Cinzia Scaffidi, direttrice Centro Studi Slow Food. A condurre la serata Roberta Rivi, assessore all’agricoltura della provincia di Reggio Emilia, per una sera egregia moderatrice del dibattito. La stessa Rivi, fin dalle prime battute, ha voluto sottolineare come tale tema sia particolarmente sentito da tutta la comunità internazionale, tanto che l’ONU ha voluto dedicargli l’anno 2010 ed ha proseguito dandone una definizione “il devoto oli dice che la biodiversità è l’insieme della ricchezza vivente dell’ecosistema e l’ecosistema è garantito soprattutto dall’agricoltura, ma non solo, a mio parere senza la biodiversità non potrebbero esistere i prodotti tipici e quindi il Made in Italy”. Cinzia Scaffidi ha poi affermato che “La biodiversità è un elemento irrinunciabile per l’esistenza di qualunque sistema vivente, sacrificare la biodiversità vuol dire arrivare prima o poi a fare del male anche alla specie uomo” e ancora “Ogni giorno i consumatori possono salvaguardarla semplicemente ricordando che le grandi produzioni forniscono in serie prodotti sempre uguali, in tutte le stagioni, bisogna invece imparare a diversificare ciò che si acquista e si mangia, è necessario recuperare una certa cultura del cibo, ricordare quando i frutti e le verdure sono di stagione. E’ per questo che lavoriamo molto con i bambini: diamo alle generazioni future una giusta educazione, insegniamo loro cosa accade al cibo prima di mettersi a tavola, ad esempio attraverso fattorie didattiche e orti a scuola”. Dello stessa parere Masini il quale ha sottolineato come “la perdita della stagionalità dei prodotti della terra, implica una perdita di tradizioni e quindi di identità per ognuno di noi”. Il rappresentante di Coldiretti ha poi voluto sottolineare come “è necessario riprendere le varietà locali delle sementi, per ridare identità ai raccolti e per tornare nuovamente competitivi, perché identità del seme vuol dire identità del prodotto. Quella stessa identità del prodotto che stiamo cercando di ricostruire con la promozione di un nuovo pane a filiera cortissima e controllatissima che da domani verrà prodotto da più di 50 forni del reggiano”. Salis ha voluto ricordare che “affinché un progetto come quello del pane a filiera corta funzioni deve avere un certo numero di caratteristiche: è necessario che il progetto sia economicamente sostenibile, che non si parli solo di prodotti ma di persone, che vi sia una forte comunicazione tra tutti i passaggi della filiera, che vi sia sempre un’origine certa del prodotto. E’ necessario riflettere sul fatto che produrre vuol dire emulare un modello millenario che si è formato con tempo ed esperienza ed è quindi cultura che va appresa ed applicata”. L’assessore toscano Salvadoris ha ammonito la politica all’esercizio della responsabilità :”solo con lo sviluppo ella responsabilità è possibile fare il bene dei territori e dei cittadini, non devono contare solo le cifre ma anche ciò che è giusto fare”. Ha concluso l’incontro l’On Cenni, firmataria della prima proposta di legge sul biodinamico, la quale ha chiesto alla politica italiana una risposta forte contro gli OGM, nella speranza che il tema dell’agricoltura torni sempre più alla ribalta, perché “il sistema agricolo italiano si merita qualcosa di meglio, i cittadini si meritano qualcosa di più” e ancora “è consolidato che dopo la crisi economica che ci sta investendo nulla sarà più come prima, ecco, io spero che agricoltura e alimentazione possano finalmente avere la centralità e l’attenzione che da troppi decenni non hanno più e che invece dovrebbero avere”.