Due cacciatori di Correggio, P.B. di 74 anni e M.B. di 50 anni, sono stati denunciati per caccia di frodo alle quaglie mediante l’utilizzo di richiami elettrici, una pratica vietata da molti anni in quanto gli uccelli vengono troppo facilmente attirati a concentrarsi vicino alla fonte sonora, consentendo un abbattimento di un numero elevatissimo di prede.

I due sono stati sorpresi domenica mattina da una pattuglia della Polizia provinciale nelle campagne di Rio Saliceto con il fucile in spalla; alla vista degli agenti, hanno immediatamente cercato di disfarsi di un involucro, gettandolo in un fossato. Perlustrando il corso d’acqua, gli uomini della Polizia provinciale hanno recuperato l’involucro che nascondeva un congegno elettrico, usato per riprodurre il richiamo della quaglia. Addosso ai due cacciatori sono state inoltre trovate 12 quaglie selvatiche – frutto dell’attività illecita – e numerose munizioni. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro, a disposizione dell’autorità giudiziaria, alla quale i due cacciatori di frodo correggesi sono stati denunciati.

Soddisfazione per l’intervento è stata espressa dall’assessore provinciale alla Caccia Alfredo Gennari: “Questa ennesima operazione conferma come la Provincia stia combattendo con decisione le illegalità in ambito venatorio – commenta – Per colpa di pochi ne va il buon nome di tanti cacciatori che agiscono con coscienza nel pieno rispetto delle regole”.

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Cacciatore sorpreso l’altra notte dalla Polizia provinciale nel greto del Secchia

Il luogo é tra i più belli e suggestivi del Parco nazionale: i Gessi triassici della Valle del fiume Secchia, tra Villa Minozzo e Castelnovo Monti. Perfetto per una bella escursione, magari ‘armati’ di macchina fotografica, ma non armati davvero. Invece S. S., un 48enne di Castelnovo Monti, è stato sorpreso dalla Polizia provinciale nella valle dei Gessi triassici con tutto il necessario per una battuta di caccia in piena regola: sul suo fuoristrada gli agenti hanno infatti trovato un fucile, munizioni, torcia elettrica e perfino i contenitori per trasportare le prede.

La bravata è ovviamente costata cara al castelnovese, che alcune notti fa si è imbattuto in una pattuglia della Polizia provinciale mentre si aggirava a bordo del suo fuoristrada nelle carraie che costeggiano il greto del corso d’acqua, probabilmente alla ricerca di selvaggina da abbattere. Gli agenti hanno infatti sequestrato tutto il materiale e hanno denunciato il cacciatore, peraltro già noto per fatti analoghi commessi anni fa.

La zona dei Gessi triassici è nota non solo per il fuo fascino e la sua importanza, ma anche per la consistente presenza di fauna selvatica, in particolare cervi, caprioli e cinghiali, ed è spesso controllata dalla Polizia provinciale, proprio per scoraggiare i malintenzionati.