L’associazione Scienza & Vita di Sassuolo ha accolto con gioia il voto contrario espresso dal Consiglio Comunale sulla proposta di delibera per l’istituzione di un registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento. La decisione di avere o non avere un registro delle dat a Sassuolo ha una grossa rilevanza sotto il profilo culturale e bioetico.

Questo argomento, ampiamente dibattuto nei mesi scorsi, causa le diverse posizioni, tocca da vicino le coscienze dei cittadini, perché riguarda un tema etico molto delicato. Si parla del fine vita, dello stato di dipendenza di persone che hanno bisogno di essere accudite dagli altri. Il fine vita e la salvaguardia della vita stessa sono valori incondizionati ed in condizionabili e, pertanto, da tutelare. Un voto, quindi, all’insegna degli interessi primari e fondamentali di una collettività, quale il rispetto della vita umana, di quella vita che è la più debole, perché non più capace di difendersi.

Dietro la richiesta di istituire un registro delle dat (richiesta, peraltro, apparentemente neutra) si cela un pensiero: quello che della mia vita (e della mia morte) posso disporre come meglio credo, ponendo l’autodeterminazione come unico criterio di scelta. Si insinua, infatti, un rischio, ancora più sottile e spesso taciuto: che la malattia non renda più una vita degna di essere vissuta. Eppure, sono tante le testimonianze che ci dicono che anche con un sondino si conserva una dignità, che anche, così, si preferisce andare avanti. Istituendo un registro delle dat, così come inteso dal comitato promotore, verrebbe ad essere indebolito il legame medico – paziente, deresponsabilizzando ulteriormente la classe medica.

Al contrario, l’associazione Scienza & Vita crede che la vita dall’inizio alla fine sia un bene, di cui non si può disporre: d’altra parte, la nostra posizione trova conforto nel nostro Ordinamento giuridico, che esprime un principio di preferenza generale per la cura (e per la vita): tant’è che nei casi dubbi vi è una presunzione che il malato desideri curarsi, anziché non curarsi. Riteniamo che disposizioni anticipate di trattamento siano da accogliere, qualora non contengano orientamenti eutanasici, né di accanimento terapeutico. Crediamo nella non vincolatività delle intenzioni di volontà per il medico, che, in scienza e coscienza, deve essere lasciato libero di valutare la situazione clinica nella sua attualità, in relazione alle condizioni mediche del malato ed ai nuovi sviluppi scientifici. In caso contrario, la figura professionale del medico sarebbe ridotta a quella di un mero “burocrate”. Valorizziamo, piuttosto, l’alleanza terapeutica, in cui il paziente si affida al medico e crede in lui ed il medico cura il paziente secondo quei parametri solidaristici che caratterizzano la nostra civiltà! Problematico, ancora, è il concetto di decidere “ora per allora”: è una soluzione non convincente sotto il profilo giuridico. Il dissenso a determinati trattamenti, in altre parole, deve essere attuale. La visione descritta ha dei confini simili alla proposta di legge attuale (disegno Calabrò – già approvato dal Senato), che ricordiamo prevede l’ammissibilità delle dat.

Infine, ci chiediamo per quale ragione si continua ad illudere i cittadini sull’idea di effettuare questo “servizio”? Posto che bisognerebbe intendersi sul concetto di “servizio”, è inutile, ad oggi, avere un registro delle dat, in assenza di una legge nazionale che regolamenti la materia a più ampio raggio.

Il risultato raggiunto dal Consiglio Comunale è frutto del cammino e del confronto dei mesi estivi. Il Comune di Sassuolo si è distinto da tutti i Comuni limitrofi, che hanno istituito questo registro, talvolta senza approfondire l’argomento. Al contrario, la nostra Amministrazione Comunale ha avuto a cuore il tema e tanti consiglieri sono stati promotori di diversi incontri al riguardo. Difendere la vita e tutelarla anche nelle espressioni più deboli, da chi si vuol proclamare paladino della libertà e del principio di autodeterminazione richiede tanto coraggio. Ringraziamo, quindi, quei consiglieri che hanno deciso di agire secondo coscienza e si sono opposti all’istituzione di questo registro, che concretamente avrebbe un effetto forse minimo, ma che si presta in prospettiva ad aprire un varco che abbia all’orizzonte finanche l’introduzione dell’eutanasia in Italia. Quindi, la battaglia continua: ognuno di noi è chiamato ad avere un’idea al riguardo, a formarsi ed informarsi, perché vero è che è un tema questo che riguarda tutti!

 L’Associazione Scienza & Vita di Sassuolo

Centro Aiuto alla Vita di Sassuolo