Sull’aggiudicazione del Premio Pico a Marchionne da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e da Banca Cr Firenze-Gruppo Intesa San Paolo, la Cgil di Modena fa notare che sarebbe stato quantomeno opportuno essere più cauti nell’assegnazione di una tale onorificenza stante gli sviluppi economici, produttivi e sociali che da sempre ruotano intorno alla Fiat e alle responsabilità più recenti dello stesso manager nell’accordo separato di Pomigliano.

E’ vero che un anno fa, quando fu attribuito il premio, era giudizio generale considerare il manager Marchionne come il salvatore della Fiat, capace di una visione internazionale del Gruppo.

Alla luce degli eventi degli ultimi mesi, che hanno portato il manager italo-canadese a sviluppare più compiutamente la sua strategia per il rilancio del Gruppo Fiat, si è rivelato con maggiore chiarezza che tale strategia sempre meno corrisponde alle motivazioni con le quali la commissione giudicatrice ha corrisposto il premio.

E’ ormai evidente a tutti che la salvezza della Fiat non può essere affidata solo alle doti di un grande manager, ma, soprattutto per quello che riguarda il rilancio della produzione in Italia, deve vedere una grande capacità di coinvolgimento di tutti i soggetti – direzione aziendale,rappresentanze sindacali, Istituzioni a partire dal Governo – che a talerisultato possono contribuire. E’ innegabile che negli ultimi mesi, Fiat stia di fatto andando in una direzione completamente diversa, imponendo le proprie scelte con una logica autoreferenziale, senza possibilità di discussione e mediazione.

E’ ormai da tutti riconosciuto che il crollo certificato del 39,5% delle vendite di automobili Fiat nel nostro Paese, sia attribuibile più alla mancanza di produzione di nuovi modelli e di innovazione tecnologica, e quindi alla capacità di conquistare i mercati, che non invece alla scarsa produttività del lavoro negli stabilimenti Fiat, come lo stesso Marchionne a cercato di far passare nell’opinione pubblica.

Ci piacerebbe che la motivazione con cui è stato assegnato il premio un anno fa, trovasse conferma in futuri atteggiamenti da parte del dottor Marchionne improntati ad una maggior attenzione alla dialettica e al confronto interno con tutti i sindacati – Fiom/Cgil compresa – per trovareuna via d’uscita condivisa e rispettosa dei diritti dei lavoratori, apartire da quelli costituzionali, e nel rispetto del CCNL 2008 sottoscrittounitariamente.

Quindi portare a compimento il piano di investimento quinquennale di 22 miliardi di euro di cui oggi solo 700 milioni sono stati stanziati, l’introduzione di nuovi modelli di auto, la ricerca sull’innovazione dei motori elettrici e a basso consumo energetico, il rispetto delle condizionidi lavoro e il riconoscimento del salario di risultato (ricordiamo che non è stato ancora pagato quello 2009), sono i temi sui quali il dottor Marchionne dovrà misurarsi per dimostrare di meritare non solo il premio Pico, ma di voler veramente portare l’azienda italiana ad un ruolo di leadership mondiale.

(Segreteria Cgil Modena)