Il consigliere comunale Stefano Prampolini del Pd ritiene che le proposte avanzate dal Forum delle Associazioni familiari di Milano in tema di welfare possano essere compatibili con quelle del Partito democratico, incentrate su bonus e detrazioni fiscali. «Si è appena chiuso a Milano il Forum Nazionale della Associazioni Familiari. In un paese che spende solo 1,3 per cento del Pil in politiche familiari (peggio di noi solo la Spagna e Grecia, secondo i dati Ocse) i risultati sono sotto gli occhi di tutti: famiglie sempre più piccole e vecchie (55,4 per cento le famiglie composte da uno o due componenti; 36,5 per cento quelle con anziani di 65 anni e più; 28 per cento quelle con minori); donne sempre più in difficoltà e prime vittime della crisi economica (perché su di loro cade la maggior parte del carico di cura familiare); unioni tradizionali in calo e separazioni in aumento.

E’ ora di cambiare passo. Aiutare le famiglie con specifiche misure senza by-passare il criterio costituzionale della progressività e senza generare effetti distorsivi deve essere l’obiettivo di un moderno sistema di sostegno alle famiglie. Il “Fattore Famiglia”, proposto a Milano, ancora non definito nei dettagli, sembra essere (anche a detta di studiosi da sempre contrari alla vecchia proposta del “Quoziente Familiare”) un interessante strumento che potrebbe soddisfare le diverse necessità di dare sostegno alla famiglia senza alterare il sistema attualmente in vigore su base individuale. La proposta è una novità che deve vedere un approfondimento per la verifica della potenziale promettente interazione con le proposte nazionali del Partito democratico, incentrate su bonus e detrazioni.

Non meno importante sarebbe fare un’analisi degli effetti potenziali sul nostro sistema di welfare locale perché molti elementi portano a pensare che il “Fattore Famiglia” potrebbe avere un effetto di potenziamento a favore delle donne da sempre, come sappiamo, impegnate sui fronti della cura dei coniugi, dei figli, degli anziani non-autosufficienti e del lavoro. Avere l’obiettivo di portare a percepire più di un reddito, facilitando il lavoro delle donne, vuol dire avere l’obiettivo di avere meno poveri perché sappiamo che il rischio di povertà è più basso se c’è più di un reddito.

In un paese in cui la famiglia ha dignità costituzionale pensare a nuovi sistemi di sostegno di questo nucleo sociale fondamentale sarebbe un elemento che ci avvicinerebbe ai più avanzati paesi europei».