Sono 9.000 i posti di lavoro cancellati dalla crisi a Bologna e provincia nell’arco di un anno (2008-2009) e a farne le spese sono stati soprattutto i giovani al di sotto dei 34 anni di eta’ (di questi, 7.000 hanno tra i 15 e i 24 anni), le donne e i lavoratori con contratti a tempo determinato. E’ quanto emerge dal Quinto rapporto dell’Osservatorio sull’economia e il mercato del lavoro in Provincia di Bologna.

Curato dall’Ires Emilia Romagna, il Rapporto e’ stato discusso oggi in un convegno a Bologna con la partecipazione di Maurizio Marchesini, presidente Unindustria Bologna, Ethel Frasinetti, direttore generale Legacoop Bologna e Danilo Gruppi, segretario generale Cgil Bologna. “Si conferma come la crisi abbia colpito soprattutto i giovani, le donne e i precari – ha commentato Danilo Gruppi della Cgil – Come conseguenza di questi processi il tasso di disoccupazione nel 2009 e’ stato pari al 3,4%, ovvero 1,2 punti percentuali piu’ elevato di quello del 2008″.

Tra i dati negativi, anche il calo del numero delle imprese: l’anagrafe della Camera di Commercio registra, a fine 2009, una perdita di 628 aziende rispetto all’anno precedente(-0,7%).

Inoltre, le ore di cassa integrazione totali richieste dalle imprese e autorizzate dall’Inps sono largamente aumentare, arrivando a toccare nel 2009 circa 16 milioni (+526% rispetto all’anno precedente). Di queste, le attivita’ meccaniche rappresentano da sole i 2/3 del volume complessivo autorizzato.

Il volume di ore autorizzate continua ad essere elevatissimo anche nel 2010: a fine ottobre il totale delle ore di cassa autorizzate superava i 22 milioni, circa 7 milioni in piu’ del totale 2009. La crisi, emerge inoltre dal rapporto, ha colpito diversamente a seconda della dimensione, piu’ o meno piccola, delle imprese e della loro vocazione all’innovazione e all’apertura ai mercati mondiali. Bologna e’ cresciuta meno di altre province: il tasso di crescita del valore aggiunto si e’ mantenuto tra il 3,6% e l’1,1% tra il 2004 e il 2007, al di sotto di quello medio regionale. La crisi ha inoltre portato a un brusco calo della domanda estera di beni e prodotti: se il 2008, per quanto deludente, era stato di segno positivo, il 2009 ha fatto invece registrare una perdita nell’export di oltre 2,8 miliardi (-26%), riportando il valore totale a un livello inferiore di quello del 2004. Nel 2010 arrivano i segnali di ripresa – come emerge dai dati sulle esportazioni e dalla tendenza alla riduzione della cassa integrazioni a partire dallo scorso maggio – ma per la Cgil occorre prudenza.

L’indagine Unioncamere segnala che sono le imprese di maggiori dimensioni ad avvertire la ripresa, mentre le piccole aziende registrano ancora dati negativi. Per la Cgil, per superare il perdurare della crisi, serve una sfida al sistema delle imprese bolognesi sul versante della competitivita’.”La proposta – conclude Danilo Gruppi – e’ quella di un patto tra produttori: una sfida che rivolgiamo all’intero sistema delle imprese bolognesi, industriale, della cooperazione, dell’artigianato, del terziario”.