Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Paolo Trande, interviene nella polemica seguita alla pubblicazione dei dati sulla qualità della vita a Modena. «Eravamo cauti l’anno passato quando Modena scivolava in basso nelle classifiche del Sole 24ore e di Italia Oggi e siamo cauti oggi che Modena è in crescita consistente. Salutiamo con favore questi riconoscimenti ma, ripetiamo come l’anno passato, siamo consapevoli che pochi indicatori surrogati, alcuni oggettivi e altri di percezione, non riusciranno mai a rappresentare completamente fino in fondo la qualità della vita dei modenesi. Come sempre la composizione statistica di più indicatori offre dei modelli che presentano pregi e difetti. Sarebbe utile e interessante discuterne serenamente. E invece, immancabili, tornano le letture interessate, strumentali, ripetitive sino alla cacofonia, dei soliti fluviali commentatori modenesi (Aimi, Leoni & Nicola Rossi). Anche in un quadro di miglioramento degli indicatori i nostri riescono a dipingere Modena come la provincia di uno Stato africano o sudamericano dove regna l’illegalità, la sopraffazione e la violenza. Uno scenario da brivido. Modena dipinta come una grande favela in cui migliaia di immigrati con il coltello tra i i denti attendono miti cittadini per rapinarli, stuprarli, sgozzarli. Ma che razza di rappresentazione è mai questa!? Ancora una volta ci viene raccontata la favola della amministrazione buonista che dando servizi sociali a gogo attira immigrati regolari e irregolari. Pur sapendo che è falso lo ripetono da anni senza il minimo moto di coscienza.

Ancora una volta ci tocca ribadire che:

1) è falso dire che Modena ha più irregolari di altre città (dati dell’Università Cattolica in collaborazione con il Ministro dell’Interno);

2) è falso dire Modena ha più immigrati regolari residenti di città come Brescia, Verona etc etc (dati ISTAT e Caritas-Migrantes);

3) è falso dire che gli immigrati si stabiliscono in una città per i servizi sociali mentre è noto che è il lavoro e il buco demografico (bassa natalità dei decenni passati) a essere determinanti;

4) è falso dire che gli immigrati irregolari godono dei servizi sociali (chi non ha il permesso di soggiorno non accede si servizi fuori dall’emergenza sanitaria);

5) è falso dire che negli alloggi popolari ci sono più immigrati (sono circa il 12% come nella popolazione generale);

6) è falso dire che nei PEEP ci vanno gli immigrati (sono meno dell’1%);

7) è falso dire che fermare gli sbarchi significa fermare l’immigrazione clandestina (gli immigrati arrivano con i barconi solo per il 5% del totale);

E’ vero invece che dopo anni di governo dell’immigrazione con le Legge Bossi-Fini (2002) e con il reato di clandestinità (del 2009):

1) gli immigrati regolari continuano ad aumentare (in assoluto e relativamente) anche nelle città amministrate con la tolleranza zero o con il celodurismo (dati residenti Sassuolo settembre 2009)

2) gli immigrati irregolari continuano ad aumentare (+126.000 nel 2009; 700.000 totali di cui l’80% lavora);

3) i governi di destra (con Lega e PdL) hanno sanato o regolarizzato milioni di clandestini.

La verità è una sola. Il finto rigore delle leggi della Destra non hanno fermato l’immigrazione soprattutto quella irregolare che è quella che delinque al contrario della regolare che compie meno reati degli italiani. Anche sull’immigrazione (oltre che sulla scuola, sull’università, sulla sicurezza, sulla sanità e sulle autonomie locali) questo governo si è dimostrato inadeguato ed è meglio che vada a casa in fretta.

Un ultimo accorato appello ad Aimi che si ostina, con gergo da guerra fredda, a definire “compagni” gli avversari politici, incluso il presidente della Camera Fini. Come dovremmo definirlo, se volessimo rendergli pan per focaccia: “camerata”? La smetta, per favore, e provi a rinnovare il vocabolario ingiallito invece di trastullarsi con la sua collezione di luoghi comuni».