Il capogruppo Pd in Consiglio Paolo Trande e il responsabile del Forum cittadino del Pd sulla sicurezza, Sergio Rusticali, sollecitano il rinnovo del Patto sulla sicurezza, scaduto da 16 mesi. «I “Patti per la Sicurezza” sono da sempre un utile strumento di interazione e integrazione tra Stato Centrale ed Enti Locali. Modena è stata tra le prime città (1999) a costruire patti per la sicurezza. L’ultimo è del 2007 ed è scaduto da più di 16 mesi (luglio 2009) e nonostante due mozioni approvate in Consiglio Comunale, che chiedevano il rinnovo, non è accaduto nulla. Di chi è la responsabilità? Del Comune di Modena o dello Stato? Ci piacerebbe capirlo. Anche perché, da più parti, arrivano richieste importanti come la Sala Operativa Unica Interforze o l’ “aggiornamento antimafia” che non possono non prevedere l’inquadramento in un patto organico tra Stato e Comune.

Cos’è successo in questi mesi? Abbiamo guardato quanti e chi ha sottoscritto patti con il ministero dell’Interno. Le sorprese non mancano e fanno venire il legittimo sospetto che il ministero dell’Interno abbia sottoscritto patti soprattutto con le Amministrazioni Pdl-Lega. Questi i numeri dall’insediamento del Governo Berlusconi (www.interno.it):

I Patti firmati sono 34 in tutto. 22 con Comuni singoli (13 amministrazioni Pdl-Lega; 9 di centrosinistra; 8 con aree di Comuni 8 (7 a prevalenza Pdl-Lega, una sola a prevalenza di centrosinistra); 2 Patti con Regioni e 2 con Province, tutte a maggioranza Pdl-Lega.

Come si può vedere una netta prevalenza – 24 contro 10 – di patti firmati con amministrazioni Pdl-Lega. Singolare il caso di Brescia che in due anni e mezzo di Governo Berlusconi ha firmato due patti e il secondo a 4 mesi dalla scadenza del primo. Un record di tempestività. Bravo o fortunato il Sindaco Paroli di Brescia?

Modena, invece, aspetta da 16 mesi che Prefettura e Comune (sarebbe meglio:Comuni) si mettano intorno a un tavolo per discutere di come rimodulare i rispettivi contributi e le interazioni sulla base delle necessità di sicurezza dei cittadini e dei territori. In attesa di avere la legge di riforma sulla Polizia Locale (Barbolini-Saia) noi abbiamo chiesto mesi che il nuovo patto contenga, tra gli altri, alcuni impegni inequivocabili: sulle dotazione organiche di Polizia di Stato, Carabinieri, Finanza e Polizia Urbana; sulla Centrale di videosorveglianza ed operativa unica; sulle nuove necessità di intelligence e contrasto generate dalla infiltrazione delle mafie (prima che sia troppo tardi). E per queste stesse ragioni abbiamo partecipato questa mattina – unico partito presente – al presidio dei sindacati di polizia in centro.

Non comprendiamo il perché di questo ritardo nel rinnovo del Patto per la sicurezza. Nei giorni passati ci sono state molte polemiche sull’assenza di Pighi all’incontro con Maroni per il problema delle risorse per la sicurezza. Polemiche strumentali. Noi invece attendiamo il mninistro Maroni (federalista per antonomasia, no?) alla firma del nuovo Patto per Modena Sicura a cui, egli, potrebbe imprimere una forte accelerazione. In questi mesi non ha mancato una firma nella sua Padania (Brescia, Como, Aree dei Laghi, etc). Speriamo di vederlo anche a Modena, armato di penna, a breve».