Il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna ha realizzato negli ultimi decenni una gran mole di carte geologiche che con diverso grado di dettaglio coprono l’intero territorio regionale. Queste cartografie vengono utilizzate dagli addetti ai lavori per finalità varie, che riguardano la difesa dalle frane, la pianificazione territoriale, la tutela delle risorse idriche sotterranee, la progettazione di importanti opere ingegneristiche.

Il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia si fa promotore di un’iniziativa di diffusione della conoscenza di questi importanti materiali dedicando un seminario alla “Nuova cartografia geologica del sottosuolo della pianura emiliano romagnola alla scala 1:50.000”.

L’incontro, che si terrà mercoledì 22 dicembre 2010 alle ore 10.00 presso l’Aula E del Dipartimento di Scienze della Terra (Largo S. Eufemia 19) a Modena, sarà tenuto dal dott. Paolo Severi del Servizio Geologico Regione Emilia-Romagna che in particolare farà chiarezza sulla “Definizione dei serbatoi idrici sotterranei e loro caratteristiche”.

“Nella nuova carta geologica emiliano romagnola – afferma il dott. Paolo Severi del Servizio Geologico Regione Emilia-Romagna – sono stati realizzati degli elaborati non presenti nelle passate edizioni. Tali elaborati riguardano in primis il sottosuolo, che è stato studiato attraverso la realizzazione di numerose sezioni geologiche, vere e proprie carte geologiche di sottosuolo. Questi approfondimenti specifici sul sottosuolo hanno permesso delle immediate ed importanti applicazioni, quali ad esempio la mappatura dettagliata degli acquiferi presenti nel sottosuolo della pianura. Questi serbatoi idrici sono utilizzati da decenni nel nostro territorio e da essi vengono captate, attraverso numerosissimi pozzi, acque per fini potabili, industriali ed irrigui”.

I principali acquiferi presenti nella pianura emiliano romagnola sono individuabili nella zona pedemontana, dove sono costituiti dalle ghiaie rilasciate nei tempi geologici dai fiumi appenninici e nella zona padana dove sono, invece, formati dalle sabbie sedimentate dal Po nelle ultime centinaia di migliaia di anni.