In italiano e in tedesco, in ebraico e in arabo e in altre sei lingue. Così, giovedì 27 gennaio alle 21, gli spettatori del teatro Storchi di Modena ascolteranno le pagine di “Se questo è un uomo” di Primo Levi (ingresso libero fino a esaurimento dei posti). In video e dal vivo, i lettori saranno David Grossman, scrittore israeliano, Edith Bruck, scrittrice deportata ad Auschwitz, l’assessore comunale alla Cultura Roberto Alperoli e quello regionale Massimo Mezzetti, il presidente dell’Assemblea legislativa regionale Matteo Richetti e tanti altri.

“Auschwitz può essere vista anche come una ‘babele’, all’interno della quale i prigionieri vivevano uno spaesamento assoluto, determinato dalla impossibilità di comunicare e di capire; anche a questo abbiamo pensato, nel progettare l’evento ‘plurilingue’ con cui celebreremo il Giorno della memoria”, spiega Fausto Ciuffi, direttore della Fondazione Villa Emma, che promuove l’iniziativa.

La lettura pubblica del 27 gennaio allo Storchi, che rientra nel programma “Voci per memorie” sostenuto dalla Provincia di Modena e dal Comune di Nonantola, è organizzata dalla fondazione Villa Emma con la collaborazione del Comune di Modena, di Ert Emilia-Romagna teatro fondazione e della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia. L’iniziativa ha avuto un contributo dell’assessorato alla Cultura regionale e ha il patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

“In un’epoca che mitizza il presente, la storia, tutta la storia, rischia di diventare un ‘ferrovecchio’ di scarsa importanza: passato e futuro scompaiono nell’indistinto”, commenta Roberto Alperoli, assessore alla Cultura del Comune di Modena. “La Giornata della memoria è una forma di resistenza a questo presente. E ci ricorda che cosa sono stati capaci di fare gli uomini agli uomini. E’ un dovere che abbiamo – conclude Alperoli – far conoscere l’orrore indicibile della persecuzione razziale e dei campi di sterminio. Il dolore impronunciabile di ciò che, pure, è stato”.

“La nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa”, recita il titolo dell’iniziativa che, come nelle quattro edizioni precedenti, ha lo scopo di affrontare il tema delle deportazioni e delle persecuzioni nel secondo conflitto mondiale a partire dal racconto dei testimoni inteso come nuda evidenza degli eventi e come dato imprescindibile per la loro comprensione.

La lettura di “Se questo è un uomo” sarà dunque plurilingue e attraverserà l’intero testo: italiano, arabo, francese, tedesco, ebraico, ungherese, sloveno, inglese, polacco e russo, con interventi in video di lettori come David Grossman, Edith Bruck (deportata ad Auschwitz e amica di Primo Levi) e Boris Pahor (scrittore sloveno di Trieste, deportato politico a Natzweiler-Struthof).

Ad essi si alterneranno altre voci: di persone arrivate a Modena da lontano, di studenti e pensionati, di intellettuali come Fabio Levi, direttore del Centro internazionale di studi Primo Levi, o come Tahar Lamri, lo scrittore che ha ideato il Festival delle culture di Ravenna, di amministratori come Massimo Mezzetti, Roberto Alperoli e Matteo Richetti. Ognuno leggerà nella propria lingua le pagine di un libro che ha testimoniato in tutto il mondo la realtà della deportazione e la vita ad Auschwitz.