Caro direttore,

le scriviamo riguardo all’evento che abbiamo appreso essere in programma all’auditorium intitolato a nostro padre e marito “Pierangelo Bertoli”, poi successivamente spostato in un’altra area solamente per via del numero di posti troppo esiguo per contenere il pubblico e non per altre ragioni, nella nostra bellissima città di Sassuolo (MO), il giorno 29/1/2011.

L’evento in questione è un concerto di una band padovana, patrocinato dal nostro comune, il quale arbitrariamente ne ha scelto il luogo di svolgimento e l’orario della sua esibizione. Fatto presente, che la nostra famiglia non è mai in alcun modo stata fatta partecipe delle rassegne, iniziative, concerti o quant’altro avvenga in quella sede, come consuetudine, nemmeno per questo controverso evento, siamo stati informati in alcun modo, salvo poi ritrovarci a dovere rispondere in prima persona di scelte piuttosto opinabili di una giunta a tratti provocatoria di cui ovviamente noi non facciamo parte, nemmeno dal punto di vista ideologico.

Il complesso musicale in questione, come è consultabile dalla pagina biografica del sito ufficiale, non fa certo mistero del fatto che le sue radici ideologiche affondino nella più estrema destra, quella ultraconservatrice, protezionista, xenofoba, quella associazionista, nostalgica non dichiarata, quella che ancora si presenta con bandiere nere e croci celtiche. Come fatichiamo a capire i “compagni” e quelli ancora pronti a fare rivoluzione con i mitra nascosti chissà dove, inorridiamo davanti alla controparte di quelli che imbraccerebbero le armi per cacciare fuori dal paese quelli che “non sono nati qui”, quelli che “sono inferiori”, quelli che non fanno parte “della nostra partita”, quelli che sicuramente sono “contro di noi”, quelli che sono “contro”.

Non è un mistero per nessuno in che modo l’artista Pierangelo Bertoli abbia affrontato la sua vita, la sua parte politica e l’impegno sociale, anche nei temi delle sue canzoni, e siamo stati onorati quando una giunta di destra come quella che è al governo della nostra città oggi, ha voluto tenere fede ad una promessa della precedente giunta di sinistra: dedicare il suddetto auditorium, alla figura di quello che per noi, e perdonate la parzialità della frase, è stato, è, e sempre sarà uno dei più grandi artisti che la nostra nazione (ma forse anche molte altre) ha avuto il piacere di ospitare. Sempre pronto a battersi contro le ingiustizie, i soprusi, i mal governi e gli orrori che si porta appresso il nostro tempo, sempre fiero delle sue idee ma nel rispetto degli altri, sempre disponibile ad aiutare chi ne aveva realmente bisogno, sempre aperto al mondo, al nuovo, al migliore, al domani con un piede nel passato, e lo sguardo dritto e aperto nel futuro, il tutto fatto partendo non dalla stessa linea degli altri, ma, come ben sapete, da molto molto più indietro.

Vogliamo con questa lettera, prendere le distanze da: la scelta del comune di patrocinare l’evento di questo complesso; la sua posizione nel calendario: il concerto si svolgerà a ridosso della “Giornata della memoria”, giorno in cui si ricordano i milioni di morti della shoah, le stragi definite in tutto il mondo come nazi-fasciste; dalle radici ideologiche e tematiche del complesso musicale, in quanto riteniamo che un gruppo così vicino all’ideologia mussoliniana da citare addirittura dei famosi slogan come titoli dei loro brani, possa essere fuorviante, se non avvilente per chi, come noi, ha purtroppo dei cari defunti o scampati per miracolo nei campi di sterminio che questa scellerata scelta ideologia arrivò a portare. In più, la sede che inizialmente era stata deputata per il concerto, porta il nome di una persona di sinistra che ha per molti anni portato avanti le sue idee politiche a volte attraverso le canzoni, ma a volte anche attraverso veri e propri comizi ed è per questo che il tutto è suonato come un atto provocatorio, ma ovviamente per una famiglia che ha negli occhi ancora e sempre l’immagine di quell’uomo straordinario.

Pierangelo Bertoli però, era anche uno uomo che aveva letto e sposato la famosa frase di Voltaire: “Non condivido la tua idea ma darei la vita perché tu possa esprimerla”; per questo non faremo o diremo altro che la nostra opinione, ricordando però che la costituzione italiana sancisce come reato “l’apologia fascista”e noi, da buon romantici, crediamo ancora in essa e nel suo valore.

Con rispetto

Famiglia Bertoli