L’Ospedale di Pavullo, fin dal 1909 ha rappresentato il punto di riferimento e di risposta ai bisogni di salute dei pavullesi e di tutti i cittadini della montagna.

Dobbiamo alla lungimiranza di chi ci ha amministrato fra il ‘70 e il ‘90, se l’Ospedale è stato rinnovato, raggiungendo le attuali dimensioni (140 posti letto) con standard invidiabili anche se confrontato con i nosocomi più importanti della Provincia.

Da diversi anni però siamo in una fase di stallo, che temo possa diventare di forte regressione. Per questo mi sarei aspettata, nel momento in cui la Provincia discute il PAL, un maggiore interventismo della Giunta per difendere, e potenziare il nostro ospedale, che è strategico per la sua collocazione geografica, coprendo un’area molto ampia del territorio montano. Oggi necessita di un serio rilancio organizzativo, tecnologico e strutturale, come previsto dalle normative vigenti. Invece dalla Giunta tutto tace e perfino la discussione del nuovo PAL sul territorio è andata deserta per l’organizzazione approssimativa dell’appuntamento.

Gli interventi edilizi di adeguamento, soprattutto di alcuni servizi quali il Pronto Soccorso, l’Endoscopia Digestiva, le Sale Operatorie e alcune Aree di degenza, non sono più ulteriormente differibili o rinviabili. Altri come gli interventi per l’adeguamento antincendio pare si siano interrotti.

Occorre aumentare il livello di sicurezza per il paziente nell’ambito della degenza, nell’attività chirurgica, nel settore materno-infantile e nella risposta all’emergenza – urgenza di Pronto Soccorso e territoriale. Altrettanto critica è la mancanza della guardia anestesiologica.

La rete provinciale in questo momento è in discussione, e la collocazione del nostro Ospedale in questa rete deve essere analizzata con attenzione, da parte di chi amministra, perché, pur nell’attenzione necessaria al conto economico, ospedali come il nostro non paghino il conto delle scelte onerose fatte sul capoluogo. I cittadini di Pavullo devono poter avere pari accesso ad un servizio d’eccellenza, e questo vale per tutta l’area appenninica della provincia.

Anche il personale deve essere formato, avere opportunità di crescita professionale, e avere la percezione di lavorare in un centro importante per il bacino che serve: tutto il sistema deve poter funzionare e pensare come un centro d’eccellenza per la montagna, non come un piccolo ospedale di provincia.

(Fiorella Bernardoni, PDL)