A Modena è in vigore dal 1999, ed è stato rinnovato nel 2007, un protocollo d’intesa in materia di appalti pubblici che, se applicato nel caso dei lavori all’ottavo campale e all’accademia, non avrebbe consentito il massimo ribasso. Purtroppo solo le stazioni appaltanti di Modena e Provincia lo applicano e quest’ultimo episodio non è il primo di una serie di lavori che adottano ancora il massimo ribasso. Importanti stazioni appaltanti, come ad esempio Anas o appunto come in questo caso il Ministero della Difesa, continuano a poter adottare questa modalità e ciò provoca assegnazione di appalti fuori da ogni logica economica.

Il Protocollo citato, firmato da tutte le associazioni imprenditoriali e sindacali, insieme a molte stazioni appaltanti pubbliche dice: “Tenuto conto che la logica del massimo ribasso produce, da un lato, effetti destrutturanti nel tessuto economico e produttivo e, dall’altro, danni alla Pubblica Amministrazione in termini di tempi e costi causati da ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche e danni alla collettività che non può utilizzare l’opera stessa, le Stazioni Appaltanti procederanno, con carattere preferenziale ogni qualvolta la natura o la tipologia dell’opera da realizzare lo renda opportuno, all’aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, inserendoelementi tecnico – qualitativi adeguati alla natura e all’oggetto del contratto, ai quali attribuire un punteggio sostanzialmente prevalente rispetto a quello del prezzo al fine di qualificare maggiormente la realizzazione dell’opera stessa”.

Ora essendo le stazioni appaltanti pubbliche non modenesi ancora soggette ad una vecchia legge nazionale che consente questa modalità d’appalto, serve aprire un percorso di vigilanza su questi lavori. In particolar modo dovranno essere monitorate con attenzione le attività per l’eliminazione dell’amianto, in considerazione anche dell’inserimento di questa struttura in un contesto urbano densamente popolato.

Attività particolarmente delicate per le possibili implicazioni per la salute degli addetti e della popolazione circostante che, essendo state assegnate con ribassi vicino al 60 %, ci lasciano perplessi sulla possibilità economica che siano svolte a “regola d’arte”. Quindi, oltre a tutte le cautele e considerazioni sulla vicenda, quello che ci pare importante è che siano attivate tutte le modalità di controllo tese a verificare la puntuale applicazione delle norme in materia di tutela della salute previste.

(Sauro Serri, Segretario Generale sindacato edili Fillea/Cgil Modena)