«Questo Consiglio provinciale ha chiesto che mi sia affidata una scorta. Vi ringrazio ma, sperando di non offendere nessuno, vi dico che io la scorta ce l’ho già: sono le persone che accompagnano ogni giorno il mio cammino, specialmente le più deboli e insignificanti. Siamo gli uni la scorta degli altri». Lo ha detto don Paolo Boschini, intervenendo oggi  in occasione del Consiglio provinciale straordinario dedicato all’impegno dei cittadini e delle istituzioni nella lotta alle mafie. Il parroco della Beata Vergine Addolorata ha proseguito affermando che «è piuttosto la nostra terra che ha bisogno di essere scortata, con un’iniezione di passione civile che nasce dalla riscoperta della parola “gratuità” che è poi la gioia di mettere se stessi e le proprie capacità a disposizione di un ideale grande e condiviso».

Il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini sottolinea che «il lavoro fatto finora dagli enti locali, attraverso l’Osservatorio provinciale sugli appalti, per contrastare le infiltrazioni della malavita nel nostro territorio ha dato finora buoni risultati. E’ necessario tuttavia estendere il sistema delle regole anche ai privati, e monitorare con attenzione non solo l’edilizia ma anche il settore dei servizi perché, a causa della crisi economica e della diminuzione delle risorse, l’assegnazione di appalti al massimo ribasso può costituire un elemento di vulnerabilità».

Dopo l’apertura dei lavori di Demos Malavasi, presidente del Consiglio provinciale, che ha sottolineato la scelta di allestire in sala i sei pannelli sfregiati parte della mostra anticamorra organizzata dalla parrocchia, il prefetto di Modena Benedetto Basile ha illustrato la mutazione della presenza mafiosa nel modenese «in passato concentrata sull’attività estorsiva, oggi invece sul condizionamento dell’economia» ricordando «la scelta di abbassare a Modena il limite finanziario oltre il quale viene richiesta la certificazione antimafia», mentre Vito Zincani, procuratore della Repubblica di Modena, dopo aver annunciato che «sarà accolta la richiesta di aprire a Bologna una sede regionale della Dia» e ha sollecitato un «adeguamento degli organi delle forze dell’ordine».