Le associazioni di categoria Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Licom-Lapam e Cna.Com hanno incontrato ieri, 25 maggio, i Sindaci dell’Unione delle Terre d’Argine nel tentativo di bloccare il progetto di realizzare un Ipermercato alimentare ad Appalto di Soliera nell’area ex-Sicem.

La domanda che deve avere una risposta è tanto semplice quanto non eludibile: come mai un progetto che era già stato bocciato dalla Provincia nel 2006 viene riproposto ora. Un progetto bocciato allora in quanto ritenuto destabilizzante, non coerente con un equilibrato sviluppo della rete distributiva.

Che cosa è cambiato dal 2006 ad oggi? Tutti gli indicatori economici ci dicono che il reddito delle famiglie è in sofferenza e conseguentemente è in calo la loro propensione alla spesa. Le dinamiche dei consumi tendono costantemente al ribasso, gli addetti del commercio e le ore lavorate nel settore vedono un calo preoccupante. Perchè allora riproporre oggi questo progetto? Quali sono le motivazioni addotte? Di certo non un’analisi della rete commerciale esistente, già ampiamente varia e diversificata, non un’analisi di quanto l’offerta attuale soddisfi la domanda dei consumatori.

Nel silenzio assordante della Provincia che in questa fase ha rinunciato a svolgere il proprio ruolo istituzionale che dovrebbe essere in primis un ruolo di programmazione sulla base di una visione generale dello sviluppo della rete distributiva, ci siamo rivolti al Sindaco di Soliera ed ai Sindaci dei Comuni di Carpi, Campogalliano e Novi, tutti direttamente interessati alla realizzazione del nuovo Iper all’Appalto, una struttura commerciale che è in grado di modificare gli assetti commerciali ben oltre i confini del comune che la ospita.

Purtroppo gli Amministratori convenuti si sono mostrati sordi a tutto, pronti piuttosto a creare una massa critica tra istituzioni che svilisce il ruolo delle associazioni economiche e, soprattutto, le ragioni delle piccole imprese commerciali che esse rappresentano e la cui sopravvivenza è messa in serio pericolo da un’ingiustificata proliferazione di grandi strutture di vendita.

Il sindaco di Soliera, Schena ci fa sapere che si tratta di un importante investimento necessario a salvaguardare la sopravvivenza del centro commerciale “Le Gallerie” già presente nella zona che andrà a creare nuova occupazione, una sorta di volano per l’economia locale, con un impatto trascurabile sul centro di Soliera la cui vocazione commerciale sarebbe ormai da decenni ridotta al lumicino.

Gli altri Sindaci si dicono assolutamente convinti che non vi saranno ripercussioni negative sulla rete commerciale dei loro comuni ed affermano che il progetto ex-Sicem è stato condiviso a livello di Unione come opportunità di sviluppo per l’intero distretto.

Siamo ormai al fotofinish, in quanto il 30 maggio in Provincia si chiuderà la Conferenza di Pianificazione per l’approvazione del nuovo POIC. Questa fretta, non tiene conto delle ragioni del fronte, compatto più che mai, delle Associazioni economiche che vedono nel progetto in questione non una possibilità di sviluppo del territorio ma un elemento di disgregazione della rete commerciale esistente, con deleterie ricadute negative sulla sopravvivenza degli esercizi di vicinato e sull’occupazione nel settore del commercio al dettaglio. A ciò si aggiungono gli effetti negativi che la desertificazione dei centri storici e degli assi commerciali delle nostre città comporta in termini di riduzione della qualità del servizio offerto ai consumatori dagli esercizi di prossimità, in termini di abbandono e di degrado.

Questa vicenda mina nelle sue radici profonde il valore della concertazione con le associazioni di categoria, anche quando queste sono unite, compatte e parlano all’unisono.

Per salvaguardare un investimento, si scardina un metodo di programmazione che era basato sul confronto con tutte le parti, un metodo che non era solo un’enunciazione di principio ma un confronto reale tra pubblico e privato per lo sviluppo del territorio.

Le associazioni chiedono fermamente alla Provincia di non rinunciare a svolgere il proprio ruolo istituzionale che dovrebbe essere in primis un ruolo di programmazione sulla base di una visione generale dello sviluppo della rete distributiva, che non può limitarsi a svolgere una semplice funzione notarile di sommatoria di tutti i desideri delle amministrazioni comunali.