“Ho conosciuto la mafia quando mi occupavo del settore dei trasporti, in occasione dei cantieri dell’Alta velocità. Venivano a proporsi offrendo una grande disponibilità economica e di mezzi, nascondendo dietro a una faccia pulita lavoratori in nero, camion sovraccarichi e chissà quali frequentazioni. Non era facile capire, anche se magari c’era il personaggio che girava con l’auto blindata e la scorta privata: non è facile nemmeno ora, ma oggi lo è un po’ di più grazie all’impegno di tante persone e di tante istituzioni, ad un lavoro di squadra che prima non c’era, ma adesso c’è e sta dando risultati”.

Lo ha detto il presidente della Camera di commercio, Enrico Bini, intervenendo oggi pomeriggio al convegno “Impresa, etica e sviluppo contro le mafie”, secondo appuntamento di questa prima giornata di “Noicontrolemafie 2011”, primo Festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia. Aprendo i lavori, moderati dalla giornalista Maria Cristina Origlia del Sole 24Ore, Bini ha sottolineato come “negli ultimi anni siano arrivati un nuovo prefetto, un nuovo questore, un nuovo procuratore, abbiamo anche un presidente di Tribunale, e tutto questo ha contribuito a rendere ancora più efficace il fronte comune contro le mafie”. Il problema, ora, è quello di “trovare strumenti in grado di evitare che imprese colluse, una volta scoperte qui a Reggio Emilia, magari si spostino in province vicine, nonché di rivedere la logica dell’appalto al massimo ribasso che a volte può proprio penalizzare le imprese oneste”.

“La logica mafiosa è quanto di più lontano possa esserci dalla mentalità dei liberi imprenditori – ha detto Savino Gazza, vicepresidente dell’Associazione Industriali di Reggio Emilia – La nostra filosofia, è una sola, ed è sancita anche dal Protocollo di livello che a livello nazionale abbiamo sottoscritto con il Ministero dell’Interno: non accettare infiltrazioni e ricatti, nel caso denunciare”. “Occorre però anche agevolare le imprese oneste nel proprio lavoro quotidiano, anche garantendo certificati antimafia in tempi più rapidi”, ha aggiunto Gazza citando i risultati di una indagine condotta a livello provinciale. Delle 213 imprese associate che hanno risposto al questionario, 5 hanno riferito di aver avuto contatti, diretti o indiretti, con episodi di infiltrazioni o di intimidazione: di queste, 1 ha rinunciato a proseguire i contatti, le altre 4 hanno sporto denuncia.

Se autotrasporti, edilizia, commercio e rifiuti risultano i settori più a rischio, abbastanza sicura sembra la situazione nel comparto agricolo, “almeno qui nel Reggiano dove la produzione è principalmente tipica e di alta qualità”, ha rimarcato Marino Zani, presidente della Coldiretti di Reggio Emilia. “L’agromafia, tuttavia, esiste, e incide pesantemente sui mercati e sulle quotazioni”, ha aggiunto Zanni, indicando “la concorrenza sleale e la tracciabilità dell’origine e, dunque, della qualità dei prodotti, quali altre negative conseguenze delle infiltrazioni mafiose nel nostro settore”.

“Provo ancora un moto di disagio quando sento dire che Reggio Emilia è diventata il salvadanaio della mafia – ha detto Donatella Prampolini, presidente provinciale di Confcommercio – Io ero una di quelle convinte che il problema non esistesse. Oggi le cose sono cambiate, ciò di cui abbiamo bisogno sono gli strumenti per arrivare a comprenderlo fino in fondo. Ci sono segnali che noi, come associazione, cogliamo e che spesso vengono bollati come atteggiamenti protezionisti, ma che in realtà sono dettati da ben altro. Ci sono zone dove, dopo aver verificato con indagini di mercato che non esistono le condizioni per aprire esercizi commerciali, arriva qualcuno e chiede la disponibilità di grandi superfici. Noi ci chiediamo il perché, ma non abbiamo alcun strumento per intervenire. Un fenomeno di questo tipo si sta verificando nella Bassa, con la richiesta di apertura di negozi assolutamente sconsiderata. Noi abbiamo aperto di recente uno sportello che si occupa di sicurezza a 360 gradi, ma che intende offrire un supporto anche su questo, in particolare sul problema dell’usura. Anche se le banche dicono il contrario, noi sappiamo che i canali ufficiali di finanziamento sono chiusi ed è altissimo nel nostro settore il rischio di rivolgersi alle persone sbagliate”.

Cna, ha spiegato il presidente Tristano Mussini, da alcuni anni sta invece puntando su “una campagna di sensibilizzazione, in particolare nel settore del trasporto e delle costruzioni”. “Nel tempo abbiamo infatti acquisito la consapevolezza dell’esistenza di queste infiltrazioni, e siamo tutti d’accordo sul dover mettere in campo azioni di controllo efficaci – ha aggiunto – Di recente abbiamo modificato il nostro codice etico e abbiamo stretto un legame con la Cna di Palermo, proprio per riuscire a sviluppare una maggiore consapevolezza e imparare a riconoscere il sistema”.

A trarre le conclusioni dell’interessante dibattito, Lorenzo Diana, coordinatore nazionale della Rete per la legalità: “Ascoltando i vostri interventi mi viene spontaneo porre una domanda. Ma che faccia hanno oggi i mafiosi? – si è chiesto – Noi lo sappiamo bene che non sono riconoscibili, e questo ormai da molto tempo. Le stragi di fine anni Ottanta e primi anni Novanta hanno segnato una vera e propria guerra allo Stato. Sappiamo cosa è successo, quanto è stato fatto, ma sono state dimenticate delle metastasi che sono cresciute e la mafia, con il tempo, ha accumulato ricchezza. Voi che fate impresa capite cosa voglio dire quando affermo che nelle famiglie mafiose esiste una continuità, anche quando si arrestano i capi. Loro spariscono, ma l’azienda resta. Le mafie oggi sono diventate essenzialmente potenze economiche. La sfida da vincere è quella di impedire la penetrazione mafiosa nell’economia legale”.

Il programma di domani, sabato 28 maggio

L’ITALIA CHE VUOLE RESISTERE

Ore 10.30/13.00: Aula Magna dell’Università

Convegno “Le mafie al nord: infiltrazione e radicamento”

saluto di Sonia Masini, Presidente della Provincia di Reggio Emilia

Introduce: Antonio Nicaso

Interventi di:

►Antonella De Miro, Prefetto della Provincia di Reggio Emilia

►Ivan Malavasi, Presidente Nazionale CNA

►Federico Varese, Prof. di Criminologia all’Università di Oxford

►Giuseppe Gennari, Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano

►Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto presso la DDA di Reggio Calabria

Proiezione di brevi video/spot contro le mafie ideati a cura di Cortocircuito

Modera e interviene: Cesare Giuzzi, Giornalista del Corriere della sera

L’ITALIA CHE VUOLE CONOSCERE

Ore 17.30/19.30: Aula Magna dell’Università

►Conferenza: Il ruolo della mafia nel processo unitario

introduce: Antonio Nicaso

Saluto di Luigi Grasselli pro-rettore dell’Università di RE

Giuseppe Carlo Marino

Ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Palermo

Mirco Carrettieri, Presidente Istoreco Reggio Emilia