Proseguono i lavori della Conferenza di pianificazione del nuovo Piano rifiuti: entro mercoledì 15 giugno i diversi componenti e invitati dell’organismo (Comuni, Regione, associazioni di categoria e ambientaliste, enti pubblici, aziende di servizio, comitati) possono presentare contributi e suggerimenti che saranno discussi fino alla metà di luglio quando è prevista la conclusione dei lavori. Dopo tre sedute e un’audizione pubblica, infatti, la Conferenza ha deciso di prorogare di due settimane il termine, inizialmente fissato alla fine di maggio, allo scopo di consentire un ulteriore approfondimento di tutti i temi.

Tra questi spicca il tema dei rifiuti speciali che nel modenese ammontano a quasi due milioni di tonnellate ogni anno. A questo aspetto, infatti, nel Piano provinciale viene dedicata una specifica finestra di approfondimento.

I rifiuti speciali provengono da attività industriali, artigianali, commerciali e agricole, cioè da utenze non domestiche. Di questi, in base ai dati 2008, solo circa 70 mila tonnellate (circa il 4 per cento) sono classificati rifiuti pericolosi e vengono smaltiti secondo apposite procedure.

«Sono rifiuti – spiega Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – da gestire in regime di libero mercato e non è previsto il principio di autosufficienza provinciale come per gli urbani. Tuttavia alla pianificazione compete prevedere il complesso delle attività e dei fabbisogni necessari ad assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione, al fine di ridurre le esigenze di trasporto e l’impatto sull’ambiente. Una quota minima – aggiunge Vaccari – finora è finita nel termovalorizzatore, mentre la maggior parte è stata recuperata in imprese del settore o è finita in discarica».

Diversamente dai rifiuti urbani, infatti, per i rifiuti speciali la responsabilità è a carico del produttore. Questi rifiuti possono essere recuperati o smaltiti anche fuori provincia così come rifiuti da altre province o regioni possono essere gestiti nel modenese. Nel 2008, infatti, quasi un milione di rifiuti “modenesi” è uscito dal territorio provinciale mentre un milione e mezzo è entrato da altre zone d’Italia, soprattutto dalle altre province dell’Emilia Romagna. In base alle dichiarazioni degli impianti di recupero e smaltimento presenti sul territorio modenese, emerge quindi un totale di rifiuti speciali trattati pari a circa due milioni e 800 mila tonnellate nel 2008. Di questi 2 milioni e 180 mila tonnellate sono state avviate a operazioni finalizzate al recupero presso imprese specializzate, tra cui gli oltre 200 impianti presenti nel modenese, il resto è stato smaltito e in parte avviato a discarica.

Per quanto riguarda il termovalorizzatore di Modena, dall’ottobre del 2010 è autorizzato a trattare una quota massima annua di rifiuti speciali di 45 mila tonnellate. La quota che sarà smaltita nei prossimi anni nel termovalorizzatore non è oggetto del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti ed è stata stabilita nelle autorizzazioni della Provincia (finora appunto 45 mila tonnellate all’anno). Attualmente sono in corso le procedure, attraverso la Conferenza dei servizi, per la modifica dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) per quanto attiene al rifacimento della terza linea.

PER GLI SPECIALI 5 MILA DICHIARAZIONI VENGONO DA CERAMICA, COSTRUZIONI E DEPURAZIONI

Analizzando i dati sulla produzione dei rifiuti speciali per il triennio dal 2006 al 2008, tra i settori che producono i maggiori quantitativi spiccano l’industria dei minerali non metalliferi (categoria in cui rientrano il settore ceramico e le attività di fabbricazione di prodotti in vetro, prodotti refrattari e materiali per l’edilizia), le costruzioni, il trattamento dei rifiuti e la depurazione delle acque. Si producono soprattutto rifiuti da processi termici (ad esempio rifiuti dell’industria di lavorazione dei metalli e del vetro, rifiuti della fabbricazione di prodotti di ceramica, mattoni e materiali da costruzione) rifiuti da demolizioni, poi rifiuti della produzione ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti) e rifiuti prodotti dal trattamento di altri rifiuti.

Nell’approfondimento contenuto nei documenti preliminari per l’aggiornamento del Piano provinciale rifiuti la parte dedicata ai rifiuti speciali riporta i dati ricavati dalle dichiarazioni Mud (Modello unico di dichiarazione ambientale) delle imprese che producono, raccolgono, trasportano e gestiscono rifiuti.

Il modello viene presentato ogni anno alla Camera di commercio: a Modena nel 2008 le dichiarazioni sono state 5.328. Tali rilevazioni risultano in parte sottostimate in quanto non tengono conto di soggetti esenti dal Mud, come le imprese che producono rifiuti non pericolosi con meno di dieci dipendenti o piccoli agricoltori; non tutte le tipologie di rifiuto, inoltre, devono essere dichiarate.

COME SARANNO GESTITI GLI URBANI DIFFERENZIATA AL 65 PER CENTO, NO A NUOVE DISCARICHE

Il nuovo Piano provinciale per la gestione dei rifiuti, attualmente in discussione, prevede la riduzione della produzione dei rifiuti urbani, l’aumento della quantità avviata al recupero grazie all’incremento della raccolta differenziata almeno al 65 per cento a partire dal 2012 e la riduzione progressiva del ricorso alle discariche che entro il 2019 riceveranno una quota residua pari all’1 per cento dei rifiuti urbani da smaltire (ora supera il 17 per cento) a seguito dell’entrata a pieno regime del termovalorizzatore di Modena.

I documenti sono disponibili nel sito della Provincia: www.provincia.modena.it nella sezione Ambiente poi cliccando su Pianificazione e gestione rifiuti.

Il percorso del nuovo Piano prevede un iter analogo a quello previsto per la pianificazione territoriale e si prevede possa concludersi entro il 2012.