Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva dall’Università all’Ospedale, è il titolo di un convegno, organizzato dal prof. Alberto Barbieri, Responsabile della Struttura Semplice di Rianimazione e Direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e dal dottor Alberto Tassi, Direttore Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione 2 dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. L’appuntamento si terrà a Modena giovedì 16 e venerdì 17 giugno 2011 presso l’Aula Magna del Centro Didattico Interdipartimentale della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Scopo del convegno, cui parteciperanno alcuni dei massimi esperti a livello italiano, è analizzare lo status del medico in formazione sopratutto dopo che nel 2010 è intervenuta l’applicazione di una nuova disciplina per quanto riguarda le Scuole di Specializzazione dell’area medico-chirurgica.

In particolare, l’odierna forte richiesta nel panorama sanitario di anestesisti e rianimatori, ha fatto sì che la formazione di queste figure professionali (il corso ha una durata di 5 anni) avvenga attraverso un percorso che si muove lungo un costante continuum tra Scuola e lavoro. Secondo gli organizzatori è importante quindi proporre un focus su argomenti di attualità di questa disciplina, che approfondisca tanto gli aspetti della formazione che della professione. Predittività e riduzione del rischio, minor invasività sulle tecniche e valutazione della performance della Struttura sono le moderne ed originali tematiche di questo incontro. La Scuola di Specializzazione modenese in Anestesia e Rianimazione, con 12 posti, è la più numerosa in Emilia Romagna ed è chiamata a fornire anestesisti per tutti gli ospedali della provincia, e non solo, garantendo quindi prospettive occupazionali certe per tutti i suoi frequentanti.

Il nuovo ordinamento ministeriale della Scuola di Specializzazione, approvato lo scorso anno, ha previsto per quelle specialità che non raggiungono un numero minimo di iscritti un accorpamento di scuole, che avranno in questo caso una sede capofila. La Scuola di Specializzazione dell’Ateneo modenese-reggiano con i suoi 12 posti ministeriali, cui si aggiungono quest’anno anche 2 posti regionali, ha potuto mantenere la sua specificità. “In questi anni la professione dell’Anestesista Rianimatore è molto cambiata – ha spiegato il prof. Alberto Barbieri Direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione – Un tempo ci occupavamo solo di anestesia e quindi l’insegnamento e la professione erano strettamente legati all’attività chirurgica. Oggi, sebbene l’attività dell’Anestesista sia ancora molto legata alla sala operatoria, si sono sviluppate fortemente le attività di rianimazione, non solo in ospedale, ma anche nel territorio, soprattutto nella gestione delle emergenze. Infine, negli ultimi anni si è sviluppata tutta la discussione sulla terapia del dolore che è, ancora, prevalentemente somministrata dall’anestesista”. Proprio la terapia del dolore ha beneficiato in questi anni di nuove metodiche, come l’approccio ecografico ai blocchi nervosi periferici ed all’accesso vascolare. “La metodica tradizionale – spiega il dottor Alberto Tassi, direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione II e coordinatore del corso – identifica le strutture nervose sulle quali somministrare l’anestetico e i cateteri perinervosi, che servono a anestetizzare o togliere il dolore, attraverso l’osservazione anatomica e la stimolazione elettrica. Il nuovo approccio, invece, individua le strutture nervose attraverso l’ecografia con evidenti vantaggi dal punto di vista della precisione, del risparmio dei farmaci e della diminuzione delle complicanze. È da circa due anni che al Policlinico applichiamo, ove possibile, questa metodica”.

Non stupisce che, nonostante un notevole numero di posti rispetto ad altre scuole, gli anestesisti sembrano non bastare mai e così spesso si assiste ad un loro ingresso anticipato nel mondo del lavoro, già durante l’attività di formazione specialistica.

Il nuovo metodo didattico della Scuola di Modena mira proprio ad interpretare la continuità che si crea tra studio e lavoro, tra il momento didattico e quello professionale. Un ottimo esempio di sinergia tra i due aspetti è il Centro di Simulazione del Policlinico di Modena inaugurato nel maggio del 2010, che grazie ad un robot, su cui possono esercitarsi gli studenti, consente di riprodurre fedelmente non solo l’anatomia esterna ma anche quella interna e le principali reazioni di un essere umano.

Il convegno inizierà giovedì 16 giungo alle ore 15.00 col saluto del Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi, della Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia prof. ssa Gabriella Aggazzotti, del Direttore Generale dott. Stefano Cencetti e del Direttore Sanitario dott. Maurizio Miselli del Policlinico. La giornata sarà poi impegnata da una tavola rotonda che affronterà proprio il nuovo ordinamento didattico della scuola. Di seguito si parlerà del Centro di Simulazione del Policlinico di Modena. Il giorno dopo, venerdì 17 giugno i temi caldi saranno l’analisi dei fattori di predizione di rischio in anestesia, rianimazione e terapia intensiva (8,30-10,00) e dell’ecoradiografia (10,30-12,00) e le sue varie applicazioni nella disciplina, la gestione delle infezioni (12,00-13,30) legate allo scenario di lavoro. Infine, verranno affrontati gli aspetti gestionali di un Servizio di Anestesia e di un Reparto di Rianimazione.

“Le Scuole di specializzazione di area sanitaria della nostra Facoltà – commenta la prof.ssa Gabriella Aggazzotti, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia – rappresentano una risorsa importante per l’Ateneo, ma soprattutto per le strutture del Servizio sanitario, dal momento che gli specializzandi da un lato sono studenti a tutti gli effetti, dall’altro sono professionisti in formazione che prestano la loro attività in qualità di laureati in medicina e chirurgia abilitati alla professione.

Tra tutte le diverse tipologie di Scuola di specializzazione quella di Anestesia e Rianimazione può contare sul più alto numero di iscritti: questo significa un riconoscimento della importanza di queste competenze da parte del Ministero della salute, che assegna i contratti alle diverse sedi universitarie, e da parte della regione Emilia Romagna, che aggiunge a quelli ministeriali un certo numero di contratti per altrettanti medici in formazione. Il fatto poi che la Scuola di Anestesia e Rianimazione della nostra Università sia la più numerosa in regione tra quelle della stessa tipologia aggiunge un motivo di soddisfazione a chi, come coloro che localmente ne hanno disegnato il percorso formativo, si è impegnato a rendere efficace ed adeguata la preparazione di questi professionisti, che sono richiesti sul mercato del lavoro a volte ancora prima di avere ottenuto il diploma di specialista”.