Se gli italiani, come rilevato da una precedente ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, considerano in larga parte che la sanità sia un diritto (67%), non per questo ritengono che sia solo lo Stato a doversene occupare.

Secondo i dati della nuova indagine online2 dell’Osservatorio, commissionata all’istituto Nextplora dalla compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria e realizzata su di un campione rappresentativo della popolazione italiana, il 61% dei bolognesi ritiene infatti che le aziende che operano all’interno del nostro Paese dovrebbero occuparsi maggiormente di problematiche legate al mondo della sanità e della salute dei propri dipendenti.

Un ruolo attivo che permetterebbe di ridurre i costi sostenuti dal Sistema Sanitario Nazionale e che risponderebbe a un’aspettativa molto diffusa nel nostro Paese.

In questo senso, un’indagine Watson Wyatt Eurisko dello scorso anno, dedicata alla diffusione dell’assistenza sanitaria integrativa realizzata su di un panel di lavoratori dipendenti di 250 aziende medio grandi, metteva al 1° posto tra gli interessi degli impiegati la possibilità di vedersi rimborsate le spese mediche.

Tuttavia sembra che i lavoratori del capoluogo emiliano non siano a conoscenza di ciò che già oggi hanno a disposizione.

Colpisce, infatti, che il 65% degli intervistati non sia a conoscenza del fatto che all’interno dei contratti di lavoro sono previste delle coperture assicurative che coprono diverse tipologie di spese mediche. Una scarsa conoscenza che caratterizza in particolar modo le donne (72% contro il 58% degli uomini).

Se si analizzano poi le risposte di coloro che hanno dichiarato di sapere che molti contratti includono questo benefit, la ricerca evidenzia come l’accesso alle informazioni sulla copertura medica assicurativa prevista dal contratto di lavoro firmato sia tutt’altro che uniforme.

L’80% dei bolognesi ha infatti dichiarato di essere stato informato dalla propria azienda al momento della stipula del contratto – percentuale più alta rilevata, nettamente superiore al 57% del dato nazionale – mentre il 20% ha letto personalmente se e quale tipo di tutela sanitaria il contratto prevedeva.

Sono in particolare le bolognesi a dichiarare di essere state informate dall’azienda stessa (90%) mentre sono gli uomini che sono risultati i più scrupolosi nel verificare direttamente quanto contenuto nel proprio contratto (29% contro il 10% delle donne).

Perché lo scenario fotografato da questa ricerca possa migliorare sarebbe necessario che le società comunicassero maggiormente la presenza di questo benefit aziendale e che venisse esteso alle categorie che ora non sono coperte.

UniSalute, fondata dal Gruppo Unipol nel 1995, è la prima Compagnia in Italia ad occuparsi esclusivamente di assicurazione salute attraverso un modello innovativo e differente: al tempo stesso potente centrale di acquisto e controllore specializzato della qualità delle prestazioni sanitarie per tutti i propri assicurati.

Sintesi tra competenze assicurative e cliniche – anche alcune decine di medici specialisti tra i suoi dipendenti – UniSalute opera attraverso una rete di oltre 6.200 strutture convenzionate presso le quali gli assicurati possono usufruire di prestazioni sanitarie di qualità con ridotti tempi di attesa e con il pagamento della prestazione da parte della Società.

Ad oggi conta oltre 3 milioni e 500 mila clienti e nel 2010 ha raggiunto il primato nazionale nella gestione dei Fondi Nazionali di categoria assicurati e delle Casse Professionali